Coronavirus, Salvini telefona a Conte: il piano della Lega
Il leader della Lega ha presentato le proposte della Lega per fronteggiare l'emergenza coronavirus
La telefonata del leader della Lega Matteo Salvini al premier Giuseppe Conte è avvenuta nella giornata di oggi. Al centro della conversazione l’emergenza coronavirus in Italia: “Come promesso, ho telefonato pochi minuti fa al presidente Conte per annunciargli la lettera con le proposte della Lega”. Lo ha annunciato il leghista su Facebook.
“Contiamo possano essere utili e vengano valutate senza alcun pregiudizio”, ha detto Salvini in merito alle proposte presentate per fronteggiare l’epidemia da coronavirus.
“È fondamentale – ha scritto Salvini – che da oggi in avanti, a differenza di quanto accaduto nelle scorse settimane, nessuno sottovaluti la portata delle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza Coronavirus per l’intero Paese”.
Per il leader della Lega c’è la necessità di “un piano straordinario di sostegno a famiglie e imprese” che sia “a livello nazionale” e “sperando che nessuno ci accusi di sciacallaggio”.
Per il rilancio dell’economia, secondo Salvini, servirà dare “più poteri ai sindaci sul modello Genova” e tutto ciò “per dare appalti e aprire cantieri e per rilanciare le opere pubbliche”.
Ad esempio, “il 50 per cento di questi lavori andrebbe assegnato per norma alle piccole e medie imprese italiane, quelle che soffriranno di più di questa emergenza”.
Secondo il leader del Carroccio, “se alcune di queste proposte saranno rese efficaci già dalle prossime ore si eviterà di rincorrere l’emergenza come invece si è fatto in campo sanitario, arrivando ad accorgersi del problema il 21 febbraio, quando la medicina e la scienza lo stesso allarme lo avevano lanciato a gennaio. Quando – sottolinea – qualche illustre scienziato veniva invece deriso perché chiedeva la quarantena”.
Il piano della Lega, come riporta Ansa, prevede anche interventi in materia fiscale e previdenziale con un esonero dagli adempimenti e versamenti delle imposte e della rata della rottamazione ter che scade il 28 febbraio per i contribuenti delle aree interessate dai focolai e una “free tax zone” di alcuni mesi una volta finita l’emergenza.