Coronavirus nel salmone? Giallo su focolai cinesi. Il chiarimento

Il nuovo focolaio di coronavirus a Pechino ha sollevato un’ondata di paura nella capitale cinese, che durante la fase più acuta dell’epidemia si era difesa piuttosto bene. Nei giorni scorsi è circolata l’ipotesi che a portare il virus in città fosse stato del salmone, dopo che un ceppo virale era stato isolato su un tagliere appunto usato per il pesce.

Coronavirus nel salmone? Il chiarimento del ministro norvegese

Sulla questione è intervenuto direttamente il ministro della Pesca norvegese, Odd Emil Ingebrigtsen, che ha smentito il legame tra il salmone e il focolaio cinese. “Il caso è in fase di risoluzione”, ha dichiarato il ministro come riporta l’Ansa, precisando che “la questione sembra essere stata risolta”.

Sul caso c’è ancora mistero, ma a margine di un incontro tra i funzionari cinesi e norvegesi è emerso che è improbabile che il salmone abbia agito da veicolo per il virus, fino al mercato all’ingrosso di Xinfadi a Pechino. Stando alle parole di Bjorn Olav Kvamme, capo della sezione malattie e infezioni presso il Norwegian Institute for Marine Research, “è improbabile che l’infezione non provenga dal salmone, ma potrebbe esserci piuttosto una contaminazione del prodotto o degli strumenti da parte delle persone”.

Focolaio Pechino, nessuna evidenza che il salmone sia stato veicolo del virus

Della stessa opinione è anche Shi Guoqing, vice direttore del Centro d’emergenza del Chinese Center for Disease Control and Prevention, per il quale l’origine del nuovo focolaio a Pechino sarebbe imputabile “preliminarmente” a una trasmissione uomo-uomo o da contaminazione di oggetti.

Secondo l’esperto, infatti, non c’è evidenza che il salmone sia “stato veicolo o veicolo intermedio del coronavirus”. Si precisa, infatti, che le tracce del virus sono state trovate su alcuni salmoni al mercato di Xinfadi, ma non “sul salmone non ancora portato al sito”.

Fonte foto: ANSA