Coronavirus, il ruolo dello smog nel contagio
Secondo scienziaati e istituzioni "la correlazione non è attualmente provata"
Nelle scorse settimane, alcuni ricercatori hanno riportato una presunta associazione tra inquinamento da particolato atmosferico, ossia lo smog, e la diffusione del Covid-19. Nel merito è intervenuta la società italiana di aerosol (Ias), che attraverso una nota diffusa dall’Ansa spiega che “la correlazione tra smog e la diffusione del coronavirus non è attualmente provata”.
“Ad ora – sottolinea la Ias con un documento firmato da 70 scienziati di vari enti e istituzioni – non è stato dimostrato alcun effetto di maggiore suscettibilità al contagio al Covid-19 dovuto all’esposizione alle polveri atmosferiche” e “si ritiene che la proposta di misure restrittive di contenimento dell’inquinamento” sia, “allo stato attuale delle conoscenze, ingiustificata“.
La Ias annovera tra i suoi soci circa 150 ricercatori esperti sulle problematiche del particolato atmosferico provenienti da università, agenzie per la protezione ambientale e dal settore privato.
Per la società, le conoscenze sono ancora molto limitate e questo “impone di utilizzare la massima cautela nell’interpretazione dei dati disponibili”.
Se da un lato è appurato che “l’esposizione prolungata ad alte concentrazioni di polveri aumenta la suscettibilità a malattie respiratorie croniche e cardiovascolari”, e che questa condizione può “peggiorare la situazione sanitaria dei contagiati”, tuttavia ad ora non è stato dimostrato alcun effetto di maggiore suscettibilità al contagio” dovuto alle polveri.
È possibile che alcune condizioni meteo, come la bassa temperatura e l’elevata umidità, creino un ambiente che favorisce la sopravvivenza del virus, ma “la covarianza fra condizioni di scarsa circolazione atmosferica, formazione di aerosol secondario, accumulo di Pm in prossimità del suolo e diffusione del virus non deve essere scambiata per un rapporto di causa–effetto“.
Quanto ipotizzato “dovrà essere accuratamente valutata con indagini estese ed approfondite“.
Nello stesso modo, “si ritiene che la proposta di misure restrittive di contenimento dell’inquinamento come mezzo per combattere il contagio sia, allo stato attuale delle conoscenze, ingiustificata, anche se è indubbio che la riduzione delle emissioni antropiche, se mantenuta per lungo periodo, abbia effetti benefici sulla qualità dell’aria e sul clima e quindi sulla salute generale”.
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