Coronavirus, quali sono le differenze con l'allergia respiratoria
Non sempre la febbre è un sintomo: quali sono i campanelli d'allarme
La febbre è uno dei sintomi del coronavirus, ma non si manifesta sempre. E con l’arrivo della primavera potrebbe capitare di confondere una positività al Covid-19 con un’allergia respiratoria. L’Ansa riporta però un piccolo vademecum a cura dell’Associazione allergologi immunologi territoriali e ospedalieri (Aaiito), utile a distinguere i sintomi delle due patologie e a rassicurare i pazienti allergici.
Secondo le linee guida internazionali dell’Oms, l’infezione da coronavirus si manifesta principalmente con tre sintomi: febbre, tosse e mancanza di respiro, la cosiddetta dispnea.
Le allergie respiratorie invece non sono caratterizzate da febbre, ma presentano nella quasi totalità dei casi raffreddore (prurito alle mucose nasali, naso che cola, starnutazione, ostruzione nasale) e congiuntivite (prurito agli occhi, occhi rossi, lacrimazione).
Sintomi, questi, praticamente assenti nell’infezione da coronavirus, sottolinea l’Aaiito.
Il paziente con asma bronchiale, allergico e non-allergico, può avere tosse e dispnea (quasi sempre associati a sintomi nasali e oculari), che però si risolvono rapidamente con la terapia antiasmatica broncodilatatrice e anti-infiammatoria.
Non vi è invece alcuna evidenza che la rinite e l’asma siano un fattore di rischio per un’evoluzione più grave di una concomitante infezione da Covid-19.
La raccomandazione per tutti i pazienti allergici è dunque quella di continuare ad assumere la terapia per la rinite o l’asma senza interromperla.
Infine, conclude l’Aiito, è importante tenere sotto controllo la propria allergia, perché “può contribuire a limitare il contagio sia per gli altri, riducendo la starnutazione e la tosse, sia per se stessi, diminuendo il rischio che il prurito induca a toccarsi gli occhi e il naso”.