Coronavirus, nuovi casi a Codogno dopo riapertura zona rossa
Parla il sindaco, Francesco Passerini: "I divieti introdotti avevano funzionato"
Sei nuovi casi a Codogno. La riapertura dell’ex area protetta nel Lodigiano, dove più di un mese fa è stato scoperto il primo paziente affetto da coronavirus, avrebbe causato nuovi contagi. Lo riporta il Corriere della Sera, che scrive come dopo un progressivo calo, arrivato anche a toccare l’1%, negli ultimi giorni il trend sia in risalita.
“Abbiamo 6 positivi in più – ha spiegato il sindaco, Francesco Passerini -, nelle ultime giornate eravamo fermi a 268 casi. Un segnale che i divieti introdotti con la zona rossa avevano funzionato”.
A livello regionale, la Lombardia si conferma il territorio più colpito. L’aumento del numero di positivi “è legato al fatto che si sono fatti più tamponi”, ha detto l’assessore regionale all’istruzione e medico, Melania Rizzoli. Solo ieri, ha spiegato, sono stati eseguiti 6.050 tamponi. “Più positivi non significa più malattie conclamate e la dimostrazione è che il numero dei ricoveri non è aumentato: è l’aumento dei tamponi effettuati che ha fatto sì che aumentasse il numero dei positivi”.
A livello nazionale, dopo quattro giorni è tornato a crescere il numero dei nuovi positivi al Covid-19, anche se la curva del contagio continua a rallentare. Ieri alle 18 erano 4.492 in più rispetto al giorno precedente, per un totale di oltre 62 mila persone attualmente contagiate. Numeri stabili anche sul conteggio dei guariti.
Ai microfoni dell’Ansa Fabrizio Nicastro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, nonché tra gli esperti del ‘gruppo analisi numerica e statistica dati Covid-19’, ha parlato del picco dell’epidemia: “È vicinissimo” e si presenta “molto largo, una sorta di plateau. Se un’altra regione importante dovesse esplodere è chiaro che la curva si rialzerà”.
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