Coronavirus, messe: scontro Governo-Chiesa. Polemiche e soluzioni
La Cei contro il decreto della fase 2, Palazzo Chigi corre ai ripari. L'attacco di Giorgia Meloni
Messe sì, messe no. Immediata la reazione della Cei al decreto del Governo Conte annunciato nella conferenza stampa del premier di ieri sera che ha rimandato la riapertura delle chiese per le varie celebrazioni ad eccezione dei funerali. La Conferenza Episcopale Italiana ha subito reagito con un duro comunicato. Da Palazzo Chigi è arrivata una parziale marcia indietro. Ma sui social la diaspora è aperta.
Funerali sì, messe no. Ha spiazzato un po’ la chiusura del Governo Conte in materia religiosa. Dal 4 maggio saranno permessi i funerali ma con un massimo di 15 persone con mascherine e distanze, ma ancora non c’è il via libera alle messe. Nessun’altra concessione per quanto riguarda le altre celebrazione e la somministrazione dei sacramenti. Un’apertura che dal mondo cattolico era attesa come auspicato da più parti dopo quasi due mesi in cui la Chiesa aveva appoggiato il lockdown.
La dura nota della Cei. Immediata, a tarda sera la nota della Conferenza Episcopale Italiana in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi”: “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.
Palazzo Chigi corre ai ripari. Parziale dietrofront da parte del Governo che ha emesso una nota in risposta al comunicato della Cei: “La presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della Cei. Già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza“.
I dubbi del Comitato Scientifico. Gli esperti che hanno lavorato al decreto per la fase 2 hanno fatto notare come “la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose comporta, allo stato attuale alcune criticità ineliminabili che includono lo spostamento di un numero rilevante di persone e i contatti ravvicinati durante l’Eucarestia”.
Dura la Ministra Bonetti. “Non posso tacere di fronte alla decisione incomprensibile di non concedere la possibilità di celebrare funzioni religiose”. Lo dice all’ANSA la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti commentando il discorso del premier Giuseppe Conte.
La Meloni sta con la Cei. La dicotomia tra fedeli e laici si evidenzia nei commenti alla polemica. A prendere le parti della Chiesa è Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Si è dovuta far sentire la Chiesa, attraverso la #CEI, e protestare contro la limitazione delle libertà fondamentali perché si parlasse finalmente del problema. Non si possono calpestare i diritti costituzionali a colpi di DPCM. Il vaso è colmo”.
L’editoriale di Avvenire. “Una scelta miope e ingiusta. E i sacrifici si capiscono e si accettano, le ingiustizie no”. Lo scrive in un editoriale il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che sul tema fede e fase 2 parla di una “ferita incomprensibile e ingiustificabile”.
Qualcuno però fa notare: “Io alla Cei e a chi presenta le stesse lamentele farei presente che sono misure a tutela della collettività e degli stessi fedeli. Intanto che procede il distanziamento potrebbero organizzarsi e proporre misure adeguate per garantire il culto in sicurezza per tutti”.