Coronavirus, Lamorgese denuncia il sindaco di Messina: la replica
Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha sporto denuncia contro il sindaco di Messina Cateno De Luca: arriva la sua replica
Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha deciso di denunciare il sindaco di Messina Cateno De Luca. Come riferisce ‘Ansa’, sono stati segnalati all’autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco di Messina “perché censurabili sotto il profilo della violazione dell’articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate)”.
La decisione, stando a quanto ha fatto sapere il Viminale, è stata assunta dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese “a seguito delle parole gravemente offensive e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari“.
Il Viminale ha sottolineato inoltre che “proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione, le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all’indirizzo del ministero dell’Interno, appaiono inaccettabili e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini – e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore – alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti”.
Lamorgese denuncia il sindaco di Messina: la replica
Al provvedimento deciso da Lamorgese, il sindaco di Messina Cateno De Luca ha così replicato: “Il ministro secondo me ha preso preso una posizione sbagliata, sarei stato anche disponibile a chiedere scusa perché si deve comprendere che ci sono fasi quando le istituzioni spesso non ti difendono e addirittura ti accusano di essere un mistificatore, mentre tu cerchi solo di difendere i cittadini, che non è facile accettare alcune situazioni”.
“Io l’ho fatto come grido di dolore – ha precisato il sindaco – mi scuso per la forma, ma quello che si deve capire però è se ho ragione o meno. Signor ministro noi siamo in trincea, in questo momento l’interesse nostro è difendere la vita delle persone. Se vuole fare denunce lo faccia ma eviti la pressione mediatica. I miei strafalcioni spesso sono evidenti, faccio anche delle cadute di stile ma ci metto sempre il cuore e l’anima per difendere i cittadini”.