Coronavirus, immunità breve: quanto dura secondo gli ultimi studi
Studiando i ceppi virali del comune raffreddore, i ricercatori hanno scoperto che l'immunità da Covid-19 potrebbe durare sei mesi
L’immunità al coronavirus potrebbe durare meno di sei mesi: a questa conclusione sono giunti i ricercatori olandesi dell’Università di Amsterdam, coordinati dalla dottoressa Lia van Der Hoek. Il virus “potrebbe reinfettare le persone anno dopo anno, proprio come il comune raffreddore“, hanno spiegato gli scienziati.
“La durata dell’immunità protettiva contro il Covid potrebbe essere breve” ha annunciato van der Hoek, che ha aggiunto: “Potrebbe essere necessaria la cautela quando si fa affidamento su politiche che richiedono l’immunità a lungo termine, come la vaccinazione o l’infezione naturale per raggiungere l’immunità di gregge”.
Pubblicati su Nature Medicine, i risultati della ricerca prevedono che ci saranno “ondate multiple di pandemia” e si basano sul comportamento dei quattro ceppi che causano infezioni al tratto respiratorio: HCoV-NL63, HCoV-229E, HCoV-OC43 e HCoV-HKU1. Tutti hanno “caratteristiche condivise” che “potrebbero essere rappresentative di tutti i coronavirus umani, incluso Sars-CoV-2”.
Per arrivare alle loro conclusioni sull’immunità breve al coronavirus, i ricercatori hanno condotto un esperimento con tutti i diversi ceppi su un gruppo di uomini adulti e sani di Amsterdam: “I livelli di anticorpi che possono distruggere il virus hanno raggiunto il picco rapidamente dopo la comparsa dei sintomi”.
“I tempi di reinfezione – hanno spiegato i ricercatori – variavano tra sei mesi e quasi nove anni. Sono stati osservati frequentemente a 12 mesi dopo l’infezione iniziale”.
I campioni raccolti nei Paesi Bassi nei mesi estivi, inoltre, hanno registrato il più basso tasso di infezioni per tutti e quattro i virus e ciò potrebbe indicare “una maggiore frequenza di infezioni in inverno nei paesi temperati”.
“Covid-19 – è questa la conclusione degli scienziati – può condividere lo stesso schema dopo la pandemia. Re-infezioni si verificano frequentemente per tutti e quattro i coronavirus stagionali“.