Coronavirus: un villaggio del Tirolo ha infettato mezza Europa
Sarebbe Ischgl il nuovo focolaio di Covid-19 che ha contagiato circa un migliaio di cittadini provenienti dai Paesi del Nord
Ischgl è un borgo del Tirolo di 1.500 abitanti. È noto come il paradiso del dopo-sci, tra le più apprezzate mete turistiche invernali. Dal piccolo centro dell’Austria sarebbe partito il contagio del nuovo coronavirus in mezza Europa. Il paesino è stato finalmente sigillato e messo in isolamento, ma secondo gli esperti sarebbe troppo tardi. Come riporta il Corriere della Sera, tra i residenti sono stati contati 400 contagi, il doppio di quelli di Vienna, che ha 2 milioni di abitanti.
Probabilmente sono più di mille gli europei che hanno contratto il Sars-Cov-2 durante un soggiorno nella valle alpina: sono la metà dei casi in Norvegia, un terzo di quelli in Danimarca, un sesto di quelli in Svezia e un centinaio solo ad Amburgo, in Germania. Senza contare tutte le persone che hanno infettato a loro volta.
Dopo quasi un mese dal primo contagio confermato, il 14 marzo Vienna ha invitato alla quarantena chiunque si trovasse in Tirolo dal 28 febbraio. Nonostante questo gli impianti della cittadina, riporta il Corriere della Sera, sono rimasti aperti anche il giorno dopo, domenica 15. In settimana i turisti, raggiunti dall’annuncio del governo, si sono accalcati sui pochi bus in partenza da Ischgl, ma nessuno di loro sarebbe stato sottoposto al test.
Coronavirus, accuse al governo del Tirolo dai media francofoni
La notizia non è sfuggita ai media francofoni. Der Spiegel ha definito la cittadina “il terreno di coltura” del virus. Il Der Standard, il più autorevole quotidiano austriaco, ha commentato che “l’avidità di denaro ha sconfitto la responsabilità per la salute delle persone e degli ospiti”.
Il governo del Tirolo “respinge le critiche sul ritardo delle misure”. Ma sono tante le accuse rivolte alle istituzioni della Land. Tra tutte quella di mettere a repentaglio la sanità locale per difendere la stagione sciistica, che porta ogni anno in Tirolo circa 600mila vacanzieri.
Coronavirus: da Ischgl a mezza Europa, la dinamica del contagio
Il Corriere della Sera ha ricostruito le dinamiche che hanno portato l’infezione di Covid-19 in diversi Paesi. Il primo campanello d’allarme sarebbe scattato dopo lo sbarco a Reykjavikdi un Boeing della Iceland Air proveniente da Monaco di Baviera, avvenuto il 29 febbraio.
A bordo dell’aereo si trovavano molti giovani di ritorno da una settimana bianca in Tirolo. Sottoposti al test per il coronavirus, molti risultarono positivi. Immediatamente il governo dell’Islanda dichiarò la regione austriaca come una zona a rischio.
In pochi giorni, le notizie di persone affette da Covid-19 dopo essere state in vacanza a Ischgl cominciarono a rimbalzare in tutto il Nord Europa. Il 7 marzo le autorità della Norvegia sottoposero al test un gruppo di turisti che erano stati in Austria durante la seconda metà di febbraio. Ben 491 dei 1.198 casi positivi confermati da Oslo erano stati in Tirolo, la maggior parte a Ischgl.
Per oltre una settimana il direttore sanitario del Land, Franz Katzgraber, continuò a negare l’esistenza del cluster. “Dal punto di vista medico non è verosimile che il Tirolo sia stato focolaio di infezione“, dichiarò, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. L’Austria, nel mentre, annunciava la chiusura unilaterale delle sue frontiere a sud. La stagione sciistica continuava nonostante gli avvertimenti dei virologi.
Poco dopo, il primo caso ufficiale di coronavirus nel villaggio, un 36enne tedesco che lavorava come barman al Kitzloch, baita della movida locale, chiusa solo il 10 marzo. Fu l’unico locale di Ischgl ad abbassare la serranda, mentre le piste sciistiche, gli ski-lift e gli alberghi continuavano a operare normalmente.
Il 13 marzo anche la Germania dichiarò il Tirolo zona a rischio, dopo che 200 persone che avevano visitato in pullman Ischgl erano risultate positive al test per il Sars-Cov-2. Il giorno dopo il ministro della Salute e il ministro dell’Interno di Vienna invitarono a chiunque si fosse trovato in Tirolo dal 28 febbraio a mettersi in quarantena.