Coronavirus, esperti svedesi: mea culpa, appello agli altri stati
25 medici e scienziati svedesi lanciano l'appello agli Usa e agli altri stati. Il mea culpa e l'invito a non seguire il modello della Svezia
Sono 25 i medici e gli scienziati svedesi che tramite Usa Today lanciano l’appello agli americani e non solo sull’approccio al coronavirus. Il messaggio è chiaro ed è un mea culpa: “Non fate come noi, non funziona”. La Svezia è lo stato europeo che ha adottato una strategia “soft” per affrontare la pandemia, rinunciando al lockdown. “La Svezia – scrivono medici e scienziati – ha suscitato interesse in tutto il mondo per il suo approccio ‘soft’”, tuttavia i tassi di mortalità hanno raggiunto il picco quando i lockdown nel mondo sono stati allentati e, negli Stati Uniti, le aree che hanno riaperto troppo presto stanno soffrendo”.
Secondo i 25 firmatari dell’appello la Svezia non è assolutamente un modello da seguire, come dimostrano i paesi che hanno adottato la sua strada salvo poi pentirsene come ad esempio la Gran Bretagna.
I 25 medici e scienziati hanno quindi ricordato che ufficialmente l’immunità di gregge non è mai stato l’obiettivo ufficiale dell’Agenzia di sanità pubblica svedese: la tesi era che l’immunità nella popolazione avrebbe potuto aiutare a rallentare la diffusione della malattia.
“L’agenzia – si legge nell’appello – insiste sulla scolarizzazione obbligatoria per i bambini piccoli, l’importanza dei test è stata sminuita per lungo tempo, l’agenzia ha rifiutato di riconoscere l’importanza della diffusione asintomatica del virus e si rifiuta ancora di raccomandare mascherine in pubblico, nonostante le prove schiaccianti della loro efficacia”.
“Indipendentemente dal fatto che l’immunità del gregge sia un obiettivo o un effetto collaterale della strategia svedese, ha funzionato?”. Se lo chiedono sempre gli scienziati scandinavi rispondendo con un no.
I dati mostrano infatti che la percentuale di svedesi che ha preso il coronavirus sia inferiore al 10%, quindi non vicino all’immunità di gregge. Eppure la Svezia ha un numero di vittime maggiore rispetto agli Stati Uniti: 556 morti per milione di abitanti, rispetto a 425, al 20 luglio. Per alcune settimane la Svezia è stata tra le prime al mondo in termini di decessi pro capite.
“In Svezia, la strategia ha portato alla morte, al dolore e alla sofferenza e per di più non ci sono indicazioni che l’economia svedese abbia avuto risultati migliori rispetto a molti altri Paesi – spiegano i firmatari dell’appello -. Al momento, abbiamo dato l’esempio per il resto del mondo su come non affrontare una malattia infettiva mortale”.
“Alla fine – concludono i medici svedesi – anche questo passerà e la vita tornerà alla normalità. Nuovi trattamenti medici arriveranno e miglioreranno la prognosi. Speriamo che ci sia un vaccino. Prendete provvedimenti fino ad allora e non fate come gli svedesi”.