Focolai Covid in Sardegna: giovani in ospedale dopo la discoteca
Vacanze da incubo per chi ha scelto la Sardegna come meta estiva: aumentano i contagi da coronavirus, con giovani rientrati a Roma e ospedalizzati
Emergenza Covid in Sardegna. Da Carloforte passando per l’arcipelago de La Maddalena, si moltiplicano i casi di coronavirus, con almeno tre focolai che stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario regionale, costretto a processare centinaia di tamponi al giorno. Il settore turistico rischia l’ennesimo contraccolpo, dopo il pienone di Ferragosto. Le disdette sono dietro l’angolo, con l’impennata odierna di 37 nuovi contagi, dato che non si registrava nella regione dal picco dell’epidemia, ad aprile. Ne dà notizia l’Ansa.
Salgono a 26 i casi di positività all’interno del resort di Santo Stefano, dove 470 persone sono in quarantena dopo la scoperta di un caso di Covid 19, un addetto stagionale della struttura ricettiva. Ad annunciarlo, su Facebook, è il sindaco della Maddalena Luca Carlo Montella. “Attendiamo le comunicazioni dell’autorità sanitaria, l’Ats, per capire i prossimi passi, compresa la possibilità di spostamento per chi è risultato negativo”.
In precedenza era stato riscontrato un focolaio di coronavirus a Carloforte, sull’isola di San Pietro, nel Sud Sardegna. Lì 21 ragazzi erano risultati positivi dopo una festa di compleanno in discoteca.
Sotto Ferragosto molti giovani di Roma si erano infettati al Country Club di Porto Rotondo, in Costa Smeralda. Al ritorno nella Capitale erano state riscontrate le prime positività, che hanno portato anche a quattro ricoveri con polmonite interstiziale all’ospedale Spallanzani.
Proprio il litorale di Porto Cervo, disseminato di locali notturni di lusso, è ora sorvegliato speciale. Le autorità del posto sono corse ai ripari, come il sindaco di Arzachena che ha chiuso il Billionaire di Flavio Briatore, simbolo della movida vip. Crescono anche i contagi tra i giocatori di serie A che hanno frequentato il paradiso delle vacanze esclusive.
“Nelle discoteche è facilissimo che si sviluppi un focolaio. I giovani parlano a voce alta per la musica assordante, urlano per farsi sentire, emettono goccioline che con l’aria condizionata si condensano diventando aerosol, che spinto dalle ventate d’aria viaggia a oltre 6 metri“, ha spiegato Giorgio Palù, docente di Virologia all’Università di Padova, all’Ansa.
“Un positivo al coronavirus può infettare 3 persone, e a loro volta altre 3 persone per ognuno e via, così ecco il nuovo cluster”. Il medico ha spiegato che il ricambio dell’aria dovrebbe essere fatto anche nelle discoteche. “Diversamente che di giorno, all’aria aperta, quando i raggi ultravioletti seccano velocemente i droplets e l’eventuale virus contenuto, le discoteche sono dei veri melting pot. Succede quello che è avvenuto sulla nave Diamond Princess, dove su 2mila passeggeri sono rimasti contagiati in 700“.
“Bastano 5 giorni, e c’è la possibilità che una sola persona trasmetta il coronavirus ad altri ampliando un focolaio, come è successo in Sardegna“, ha dichiarato ancora Giorgio Palù. Solo pochi giorni passati in giro per locali sono bastati a creare così tanti nuovi contagi, sconvolgendo intere famiglie, con tanti giovani chiusi finiti in ospedale o chiusi in casa.
“Prima avevamo focolai con pazienti di una stessa famiglia, di uno stesso ufficio, che avevano partecipato allo stesso congresso. Adesso abbiamo ragazzi che hanno ballato nella stessa discoteca“, ha commentato Carlo Tascini, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale Santa Misericordia di Udine, ai microfoni dell’Ansa. “Le discoteche dovevano restare chiuse“, ha concluso.