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Covid, "terapie intensive come due mesi fa": l'allarme di Bucci

Il biologo Enrico Bucci ha scritto su Facebook che il trend delle terapie intensive è lo stesso di due mesi fa: "Non sottovalutiamolo"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

I numeri dei ricoverati in terapia intensiva registrano un trend che ci riporta indietro di due mesi. Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il biologo Enrico Bucci, docente negli Stati Uniti alla Temple University di Filadelfia. L’esperto ha voluto pubblicare un grafico per spiegare l’andamento dei dati.

“Il 16 agosto – è l’incipit del post – avevo deciso, scatenando i più diversi mal di pancia, che il trend delle terapie intensive andava segnalato al pubblico. Due settimane dopo, con buona pace di certi critici della rappresentazione grafica, il trend non solo non è migliorato, ma continuando la sua risalita esattamente speculare alla discesa che aveva portato ai minimi della fine di luglio ci ha rimandato indietro esattamente di 2 mesi, ai valori osservati alla fine di giugno”.

Secondo Bucci, quindi, “la ‘risposta con ritardo’ delle terapie intensive è iniziata”. Attualmente si tratta di “numeri piccoli, ma la derivata di crescita aumenta. Non sottovalutiamo questo segnale, reagiamo diminuendo il più possibile le occasioni di infezione”.

Terapie intensive, la previsione di Bucci

Tre giorni dopo il post ricordato anche nel suo ultimo messaggio, quindi il 19 agosto, Bucci aveva deciso di intervenire nuovamente sulla sua pagina.

“Quando, tre giorni fa, ho postato il mio grafico – l’inizio del post – eravamo a 56 ricoveri netti in terapia intensiva. Poi siamo arrivati a 58. Ed oggi a 66. Il 29 luglio, cioè il giorno in cui si è toccato il minimo, eravamo a 38″.

Questo, sosteneva Bucci – significa che “dal 3 agosto, per oltre due settimane, si è avuto ogni giorno un aumento di qualche unità, eccetto in tre casi, ove si è mantenuta cifra stabile, mentre solo il 15 agosto si è avuta una diminuzione, di una unità. Chi ritiene che l’andamento osservato dal 3 agosto al 19 agosto sia una fluttuazione statistica casuale può provare qualunque test statistico di suo gradimento: non è così. Chi ritiene che si tratta di numeri ancora piccolissimi e del tutto sotto controllo, ha ragione; purché, naturalmente, sia d’accordo con me che la tendenza esiste e va fermata”.

Sebbene “siamo ancora in condizioni eccellenti”, dal punto di vista dei dati assoluti, “non trascuriamo il messaggio dei piccoli numeri, ma diamoci tutti da fare perché un nuovo lockdown non è un’ipotesi praticabile”, la conclusione del post.

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