,,

Ragazzi positivi dopo le serate in Sardegna: "Non è colpa nostra"

Un gruppo di 14 ragazzi è risultato positivo in blocco al tampone dopo il rientro dalla Sardegna: il racconto di una di loro

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’apertura delle discoteche, poi la chiusura dopo l‘aumento dei contagi e quindi la paura di aver contratto il virus. I tamponi, la scoperta, la quarantena. È la storia di un gruppo di ragazzi, 14, tutti tra i 25 e i 27 anni, risultati positivi in blocco dopo una settimana passata in Sardegna. A raccontarla al Corriere della Sera è Claudia, una di loro, rientrata a Milano. “Siamo tutti in quarantena, in una chat ci sosteniamo a vicenda ma siamo solo al giorno due. Molti di noi sono asintomatici, altri hanno i sintomi dell’influenza. Io ho avuto la febbre a 37.5 appena rientrata, il 18, ora sto benissimo. Non volevamo certo finisse così questa vacanza. Molti di noi, positivi, in discoteca non ci sono neanche mai andati, eppure…”.

Ragazzi positivi, la paura di contagiare la famiglia

Alcuni di questi 14 ragazzi vivono con i genitori. Chi può sta in quarantena da solo, ma “la paura più grande è quella di contagiare le nostre famiglie e andare incontro a conseguenze serie”.

“Mia madre – ha detto Claudia – mi ha detto che sono un’incosciente, che c’era da aspettarselo che sarebbe finita così”, ma “siamo stati in casa durante tutto il lockdown, abbiamo rispettato le regole alla lettera, oggi per la società noi ragazzi siamo i nuovi untori. La verità è che le discoteche non andavano aperte, andare a ballare distanziati è impossibile. Lo dico io che non ho rinunciato a una festa“.

La ragazza però non vuole che si punti il dito contro i giovani: “Se ci hanno permesso di tornare in pista, perché non avremmo dovuto farlo? Non abbiamo fatto nulla di illegale. E poi non fermiamoci qui. Ripeto: ho amici che hanno trascorso le serate in Sardegna a casa, eppure ora hanno sintomi e febbre alta”.

Ragazzi positivi: “Nessuno ci ha mai negato l’ingresso in discoteca”

Dalle parole di Claudia emerge comunque un mea culpa: “Col senno di poi avremmo dovuto stare più attenti ed evitare di andare a ballare nonostante fosse consentito. E la mascherina, ecco: avremmo dovuto usarla di più. Però non ci sentiamo di autocrocifiggerci”.

Questo perché “nessuno ci ha mai negato l’ingresso in discoteca, anche quando le sale erano sature. Abbiamo sottovalutato tutti il pericolo di ripiombare nel caos, ma non puntate il dito solo contro noi ragazzi”.

TAG:

Coronavirus: i focolai in Italia. Dove e quanti casi Fonte foto: Ansa
Coronavirus: i focolai in Italia. Dove e quanti casi
,,,,,,,,