Coronavirus, "Allarme crescita focolai": l'analisi dell'esperto
L'analisi dell'esperto rivela come l'esplosione dei focolai in Italia stia seguendo un andamento esponenziale preoccupante
“La crescita esponenziale nel numero di focolai, adesso, è allarmante”. A dirlo è il ricercatore del Cnr e matematico Giovanni Sebastiani, che da febbraio studia lo sviluppo dell’epidemia da un punto di vista strettamente numerica. In un’intervista a Open, richiama l’attenzione su un fattore che può destare preoccupazione.
L’analisi
“Da giugno, quando è iniziata la prima vera fase due e poi la fase tre, il contagio è stato caratterizzato dal fenomeno dei focolai” spiega il matematico nella sua analisi sulla diversa tipologia di focolai e la loro evoluzione.
A maggio dice il ricercatore “eravamo in una condizione molto buona. Diversi clinici e virologi riportavano dati incoraggianti, sia per la carica virale, sia per il grado di sintomatologia dei pazienti, elementi correlati tra loro. Anche l’incidenza era in diminuzione”.
La crescita esponenziale dei focolai
Oggi il fenomeno dell’esplosione dei focolai che ha caratterizzato la fase da giugno in poi, desta qualche preoccupazione da un punto di vista delle cifre: “Se si confronta il numero medio di focolai al giorno nel mese di giugno e in quello di luglio, si ha una media quotidiana di nuovi cluster pari a 1,5 nel primo mese e di 2,6 nel secondo”.
“Ancora più allarmante è l’evoluzione di questo numero: si tratta di un aumento di tipo esponenziale” spiega ancora il matematico.
“Il valore della costante di raddoppio stimata a partire dai dati è pari a circa 34 giorni – conclude Sebastiani -, nonostante il valore della costante di raddoppio in questo caso sia grande, quello che preoccupa è il tipo di andamento, cioè di tipo esponenziale.
Lo studioso, in questo senso, consiglia anche un piano per limitare il più possibile l’aumento di questi cluster: “Questo suggerirebbe di agire a livello preventivo mettendo in atto delle opportune misure allo scopo di indurre una crescita del numero totale dei focolai di tipo meno veloce di quella esponenziale, per ridurre il rischio di arrivare a una situazione difficile da gestire”.
A rassicurare Sebastiani è però la rapida riposta che per adesso è stata data dal sistema sanitario nazionale, in quanto si tratta di “focolai generalmente circoscritti nell’arco di una, massimo due settimane. Tramite contact tracing e isolamento, le autorità sanitarie riescono a circoscriverli”.