Coprifuoco, Antonella Viola: “Spostarlo alle 23 non cambia nulla”
L'immunologa Antonella Viola favorevole a spostare il coprifuoco alle ore 23: "Dal punto di vista dei contagi non cambierebbe nulla"
Coprifuoco alle 22 o alle 23 per dare maggior respiro ai ristoratori? Il tema è caldo e sta facendo molto discutere. Da una parte, tra gli esperti, c’è il fronte di coloro che credono che non sia ancora giunto il momento per allentare le restrizioni, dall’altra quelli che invece pensano che si debba provare a concedere di più. Nelle scorse ore, sulla questione coprifuoco, attraverso un post su Facebook si è espressa Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova.
“Spostare il coprifuoco di un’ora, alle 23, permetterebbe ai ristoratori che stanno investendo nelle strutture all’aperto di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza”, esordisce Viola che aggiunge: “Così come aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli”.
“Sono piccoli passi che vanno incontro alle esigenze di tante persone e che farebbero la differenza”, conclude l’immunologa.
Riunione del Cts per decide le linee guida sulle riaperture
Oggi alle 17.00 si riunirà il Cts che analizzerà le linee guida messe nero su bianco dalle Regioni sulle riaperture e il green pass per gli spostamenti. “Il rischio calcolato” delle riaperture “va corso sennò rischiamo, in una parte del Paese, la disperazione sociale” ha avvertito ieri il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a Mattino 5. “Il Paese – ha sottolineato – non può rischiare la pandemia economico-sociale mentre sta cercando di sconfiggere quella sanitaria”.
Il tema riaperture ha diviso gli esperti. Il virologo Andrea Crisanti è convinto che “i numeri non giustificano queste decisioni del governo”. Dello stesso avviso Massimo Galli che nei giorni scorsi ha dichiarato che “Draghi non è ha azzeccata una sulla pandemia”.
Non dello stesso avviso dei suoi colleghi Matteo Bassetti. “Io non mi sento di criticare la decisione di Draghi, che mi sembra di buon senso e presa in base a quello che gli è stato suggerito da tanti medici. La politica è mediazione, è chiaro che un epidemiologo vorrebbe riaprire a rischio zero, ma il Paese non può aspettare a ottobre-novembre per riaprire”; così l’infettivologo a L’Aria che Tira, su La7.