Scuola, presidi contro la Azzolina: "No alle lezioni nei cinema"
Parla il presidente dell'Anp, Giannelli: "Meglio affittare dei locali, anche per un anno"
La soluzione proposta dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non è piaciuta ai presidi, contrari a “portare gli studenti nei cinema, nei teatri, nei musei” come indicato dalla titolare del Miur. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ha infatti dichiarato che “si prevede di collocare all’esterno degli istituti circa il 15% degli alunni, ovvero circa un 1 milione e 200 mila: quella di usare i cinema per le lezioni è un’ipotesi residuale, che mi pare di difficile attuazione”. Lo riporta l’Ansa.
Secondo Giannelli, infatti, è “difficile mettere una classe in ogni sala di un cinema. Più praticabile utilizzare parte delle risorse, o il miliardo aggiuntivo, per prendere in locazione dei locali fissi per un tempo contenuto, da qualche mese fino a un anno. Questo compete agli enti locali”.
In merito al resto delle misure, il numero uno dei presidi ha sottolineato che “sulla carta vanno nella direzione giusta, ma non sono in grado di dire se le risorse siano sufficienti”.
Per Giannelli è necessario “un piano edilizio serio e di lungo termine. Ma in questo caso servirebbero piu’ finanziamenti. Le ‘classi pollaio’ sono dovute da una parte all’edilizia scolastica trascurata per decenni, dall’altra alla necessità di aumentare l’organico: servono più docenti“.
Presidi: “Messa in sicurezza spetta allo Stato”
Giannelli si è poi soffermato sulla messa in sicurezza della scuola. “Il compito del preside – ha detto – è farsi carico di tutte le responsabilità inerenti l’offerta scolastica. Le misure di sicurezza devono essere dettate dalle autorità centrali”.
“Leggendo alcuni commenti e interventi sulla stampa – ha proseguito – successivi alla nostra presa di posizione sulla bozza di Piano Scuola 2020-2021 esaminata durante la teleconferenza di due giorni fa, mi è sorto un dubbio: che qualcuno si sia perso quanto è accaduto nel mondo della scuola durante gli ultimi anni. L’Anp ha sempre guardato all’autonomia scolastica, e alla dirigenza che vi è organicamente connessa, con rigore e coerenza. Il dirigente scolastico è perfettamente in grado di gestire i processi che governano la revisione dei tempi della didattica, delle discipline, dell’individuazione dei saperi essenziali, dell’innovazione metodologica con le tecnologie informatiche. L’Anp ha da sempre sostenuto l’autonomia di ricerca e di sperimentazione. Ma sostiene anche l’unitarietà del sistema educativo del Paese“.
“Per questo – ha concluso – chiediamo al Ministero di definire i livelli essenziali delle prestazioni, come la percentuale minima del tempo scuola in presenza, affinché il sistema resti unitario e riduca le differenze esistenti tra le varie aree geografiche. All’interno di questi vincoli che, ripetiamo, non servono ai dirigenti per scaricarsi dal peso della responsabilità ma servono al Paese per garantire il servizio essenziale dell’istruzione, i dirigenti scolastici sapranno organizzare, coordinare, valorizzare il personale attraverso un’alleanza indispensabile con docenti, Ata e famiglie”.