Come si elegge il presidente della Repubblica e quando si vota il successore di Mattarella
È compito del presidente della Camera fissare un giorno per la scelta del Quirinale: quanti voti per nominare il prossimo inquilino al Colle
Il presidente della Camera Roberto Fico, del Movimento Cinque Stelle, ha stabilito la data per il voto del nuovo presidente della Repubblica. Il Parlamento è chiamato ad esprimersi il 24 gennaio 2022. Ma come si elegge il presidente della Repubblica? Ecco il procedimento spiegato bene.
- Come avviene l'elezione del presidente della Repubblica e quando ci sarà nel 2022 (successore di Mattarella)
- Quanti voti servono a eleggere il Pdr e cosa succede dopo l'elezione del Quirinale
Come avviene l’elezione del presidente della Repubblica e quando ci sarà nel 2022 (successore di Mattarella)
È in capo al presidente della Camera (in questa legislatura si tratta appunto dell’esponente Cinque Stelle) il compito di convocare in seduta comune il Parlamento. A deputati e senatori, che occuperanno, dando vita a una sola assemblea, gli scranni di Montecitorio, si aggiungeranno i deputati regionali, designati direttamente dagli enti territoriali.
Un mese prima della scadenza del settennato di Mattarella, quindi il 4 gennaio (Mattarella giurò il 3 febbraio 2015), Fico ha annunciato la data per la votazione. A quel punto, la prassi concede ai consigli regionali un lasso di tempo pari a 15 o 20 giorni per la designazione di tre delegati.
La data scelta per l’inizio dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica è il 24 gennaio 2022. I candidati, secondo la Costituzione, devono rispondere a tre requisiti fondamentali:
- l’avere cittadinanza italiana;
- aver compiuto i 50 anni d’età;
- godere dei diritti civili e politici.
Quanti voti servono a eleggere il Pdr e cosa succede dopo l’elezione del Quirinale
L’elezione si basa su quattro votazioni. Mentre, durante le prime tre votazioni, il candidato deve ottenere i due terzi dell’assemblea per poter essere eletto, a partire dal quarto scrutinio basta la maggioranza assoluta.
L’avvenuta elezione viene comunicata dai presidenti di Camera e Senato al neo Pdr, tramite la lettura di un verbale. Le tappe successive prevedono le dimissioni dell’inquilino del Colle il cui settennato è arrivato a scadenza e il giuramento del successore (che può anche essere la stessa persona).
Tra l’elezione e il giuramento davanti alle Camere riunite sono intercorsi al massimo 12 giorni. Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, all’opposto, giurano nello stesso giorno dell’elezione.