Clelia Ditano morta a Fasano nel vano ascensore, il padre: "Sentivamo squillare il suo telefono da lì"
Il padre di Clelia Ditano, morta dopo essere precipitata nel vano ascensore dal quarto piano a Fasano, è sotto choc: "Sentivamo squillare il suo telefono da lì"
Una morte assurda. Nella notte tra domenica 30 giugno e lunedì 1 luglio Clelia Ditano è deceduta nel vano ascensore del palazzo di Fasano in cui viveva con i genitori. La madre e il padre, non vedendola rincasare, l’avrebbero iniziata a chiamare intorno alle 6, sentendo il telefono squillare dalla tromba dell’ascensore.
- L'incidente nel vano ascensore a Fasano
- Il telefono e la scoperta della morte della figlia
- Le parole del padre di Clelia Ditano
- Indagini in corso
L’incidente nel vano ascensore a Fasano
Clelia Ditano, 25 anni, è morta cadendo nel vano ascensore, precipitando dal quarto piano di una palazzina di Fasano, in provincia di Brindisi.
Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe riuscita ad aprire la porta nonostante la cabina non fosse salita: senza accorgersene, quindi, sarebbe caduta nel vuoto. Ansa riporta che la ragazza sarebbe rientrata effettivamente in casa per lasciare alcuni effetti personali, per poi scendere nuovamente: forse aveva dimenticato qualcosa.
La porta dell’ascensore della palazzina in cui Clelia Ditano abitava coi genitori, a Fasano, provincia di Brindisi
Il telefono e la scoperta della morte della figlia
I genitori, allarmati dal mancato rientro della figlia, avrebbero provato a chiamarla al telefono.
Nel silenzio dell’alba lo avrebbero sentito squillare dalla tromba dell’ascensore. Così Giuseppe Ditano, il padre della 25enne, ripreso dall’Ansa:
“Non era mai successo che l’ascensore si bloccasse in quella maniera. Questa mattina, vedendo che non era in casa, abbiamo provato a far squillare il suo cellulare e ci siamo accorti che era nel vano ascensore. Ho capito subito che era successo qualcosa e abbiamo lanciato l’allarme”.
Le parole del padre di Clelia Ditano
L’uomo ha atteso per ore, insieme alla moglie, che i vigili del fuoco recuperassero il cadavere della 25enne.
Ai giornalisti accorsi sul luogo della tragedia, ha descritto la sua Clelia:
“Era una ragazza solare. Aveva tanti sogni tra cui prendere la patente ed essere autonoma. E sicuramente anche sposarsi. Ora quei sogni sono stati spezzati”.
Circa 24 ore prima di morire, Clelia Ditano ha pubblicato il suo ultimo post su Instagram. Due scatti al sole, con un messaggio: “A quello che verrà”.
Indagini in corso
Luca Incoronato, direttore dell’Associazione nazionale delle imprese di costruzione e manutenzione ascensori (Anacam), in merito all’incidente di Clelia Ditano ha chiarito all’Adnkronos che “per poter tenere in esercizio gli ascensori, questi devono essere affidati in manutenzione a una ditta specializzata che abbia al suo interno personale tecnico abilitato, munito del cosiddetto patentino di ascensorista”.
Si tratta di un’abilitazione “rilasciata dalla Prefettura a seguito del superamento di un esame teorico e pratico. In Italia è prevista una manutenzione abilitata da parte di una ditta specializzata che faccia almeno una volta, ogni 6 mesi, una verifica di tutti i dispositivi di sicurezza dell’ascensore, per poi annotarli sul libretto dell’impianto. L’altro obbligo è quello di fare delle visite di manutenzione preventiva dell’impianto in funzione delle sue esigenze. Non c’è un numero minimo di visite di manutenzione per legge“.