Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport del governo di Giorgia Meloni
Ex presidente della Lega di Serie B, una carriera all’interno delle istituzioni sportive, il manager è stato scelto per un incarico assai delicato
“Certamente c’è il fascino di avere, per la prima volta, un presidente del Consiglio donna. Ma io penso che Giorgia Meloni, prima di tutto, sia una persona. Va rispettata e le va data fiducia in quanto tale”. È il 22 ottobre 2022 quando Andrea Abodi – nominato da nemmeno 24 ore nuovo ministro per lo Sport e per le politiche giovanili del governo di centrodestra – sale al Quirinale assieme ai propri colleghi per prestare giuramento nelle mani del Capo dello Stato.
Prima di percorrere la scalinata che lo porterà davanti a Sergio Mattarella, sente il bisogno di fermarsi con i giornalisti per un commento a caldo. Sono ore di grande tensione per i componenti del nuovo esecutivo: la solennità del momento si percepisce dai loro volti tesi per un incarico tanto prestigioso quanto impegnativo. Comunque vada, quella giornata passerà agli annali come un momento di svolta per la politica italiana e per tutto il Paese.
- Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: la trattativa per la sua nomina
- Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: le questioni più spinose da affrontare
- Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: la grana degli abusi nella ginnastica ritmica
- Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: dagli inizi ai ruoli apicali
- Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: il debutto al CONI
- Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: presidenza della Lega di Serie B e del Credito sportivo
Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: la trattativa per la sua nomina
La compagine guidata da Giorgia Meloni arriva davanti al presidente della Repubblica dopo quattro settimane di enormi difficoltà. Il risultato schiacciante con cui il centrodestra ha trionfato nelle elezioni del 25 settembre mostra le grandi aspettative che i cittadini italiani ripongono nei confronti della nuova premier, vista da molti come l’unica figura capace di ridare forza e prestigio all’Italia dopo anni di continue emergenze.
Nonostante il responso inequivocabile delle urne, in quelle ore sono in molti a credere che il cammino della maggioranza possa rivelarsi meno lineare del previsto. Aldilà delle immense sfide che la presidente del Consiglio dovrà affrontare sul versante economico e sociale, le prime grane arrivano proprio dagli alleati: da una parte Silvio Berlusconi – che ha provato fino all’ultimo ad imporre i propri diktat nella spartizione dei ministeri – e dall’altra Matteo Salvini, scocciato per il risultato elettorale sotto le aspettative della Lega e per la decisione della premier di sottrargli il Viminale per dirottarlo al dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: le questioni più spinose da affrontare
Nel gioco di nomine e veti incrociati, chi non è mai stato in discussione è proprio Andrea Abodi. La leader di Fratelli d’Italia lo ha voluto fortemente nella propria squadra, anche se il suo ruolo è stato in bilico fino all’ultimo minuto: per giorni infatti si era ipotizzato di affidargli la guida dell’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026 che si terranno a Milano e Cortina. Ad indicarlo come il profilo più appropriato era stato direttamente Giovanni Malagò, presidente e plenipotenziario del CONI. Tutto sembrava fatto, ma nel frattempo è arrivata la telefonata di Giorgia Meloni: “niente Olimpiadi, c’è il ministero che la aspetta“.
E così si arriva al giorno dell’insediamento. Ora per Andrea Abodi si prospetta una fase di duro lavoro per affrontare i tanti dossier rimasti aperti nel mondo dello sport. Oltre all’appuntamento dei Giochi Invernali, il titolare del dicastero è chiamato a restituire slancio e vitalità ad un settore strategico – quello del calcio – che da parecchi anni soffre una doppia crisi strutturale legata ai risultati sul campo (con la Nazionale esclusa da ben due Mondiali di fila) e agli impianti di gioco, molti dei quali obsoleti e vetusti, con numerose società che vorrebbero aprire una nuova fase fatta di grandi investimenti privati.
Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: la grana degli abusi nella ginnastica ritmica
Nonostante il quadro appena descritto, ci sono molte altre questioni che Andrea Abodi dovrà inserire fin da subito all’ordine del giorno: dalle leggi sul professionismo delle discipline minori alla riorganizzazione dei finanziamenti per le società dilettantistiche. Eppure il nuovo ministro dello Sport non ha nemmeno potuto sedersi per stilare l’elenco delle priorità che ha dovuto subito affrontare un grattacapo assai spiacevole.
Parliamo della polemica che sta investendo il mondo della ginnastica ritmica. Dopo una prima denuncia per abusi e maltrattamenti arrivata da tre ex atlete della Nazionale, sono decine le ragazze che in tutta Italia affermano di aver subito trattamenti disumani all’interno delle accademie giovanili. Le descrizioni rilasciate agli organi di stampa parlano di violenze fisiche e psicologiche perpetrate per anni da parte del corpo insegnante.
Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: dagli inizi ai ruoli apicali
Per il titolare del dicastero non sarà facile dispiegare il caos provocato da questa dolorosa faccenda. Per farlo si appellerà alla grande esperienza accumulata nella sua lunga carriera all’interno del mondo dello sport e delle istituzioni che lo governano. Infatti, dopo una laurea in Economia e Commercio conseguita all’Università LUISS di Roma a metà degli anni Ottanta, Andrea Abodi ha trascorso tutto il periodo successivo esercitando ruoli di vertice e rappresentanza nell’ambito di sua competenza, ossia quello manageriale.
Inizia nel 1987 (per concludere sette anni più tardi) come direttore marketing nella filiale italiana della multinazionale statunitense IMG – International Management Group, tra le aziende leader nella gestione di eventi, diritti e talenti sportivi. Nel 1994 decide di dare vita a qualcosa di proprio e diventa cofondatore di Media Partners Group, società attiva nel settore dello sport Industry: vi rimarrà fino al 2022, ricoprendo anche il ruolo di vicepresidente esecutivo.
Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: il debutto al CONI
Per un breve periodo abbandona l’imprenditoria sportiva per dedicarsi alle infrastrutture: viene chiamato da Azienda Strade Lazio Spa e da Arcea Lazio Spa, delle quali è presidente dal 2003 al 2006. Ma l’amore per lo sport è troppo forte e quindi, parallelamente, accetta di entrare anche nel consiglio di amministrazione del CONI: sono gli anni della presidenza di Gianni Petrucci, personalità a cui Andrea Abodi rimane legato fino ai tempi più recenti (attualmente è numero uno della Federazione Italiana Pallacanestro).
Rientrato a tempo pieno nei gangli che più gli competono, viene indicato dallo stesso Petrucci come coordinatore delle attività di marketing per la Candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici estivi del 2004, poi assegnati ad Atene. Ci riproverà con quelle del 2020, ma anche in quella occasione il Comitato Olimpico Internazionale scarterà la Capitale per preferirle Tokyo.
Chi è Andrea Abodi, ministro dello Sport: presidenza della Lega di Serie B e del Credito sportivo
Le esperienze più recenti lo vedono assestarsi tra i volti di spicco delle istituzioni calcistiche italiane. Oltre a consigliere federale della FIGC, è stato presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie B dal 2010 al 2017, promuovendo diversi cambiamenti strutturali nell’organizzazione del campionato cadetto (uno tra tutti, il ritorno alle 20 squadre partecipanti dopo un lungo periodo in cui le società iscritte erano state 22 o 24).
Sono anni in cui si guadagna la stima di molti esponenti politici, sia nel centrodestra che nella frazione opposta: tanto che, al termine dei suoi due mandati, viene quasi naturale la sua nomina a presidente dell’Istituto per il credito sportivo. Stiamo parlando della banca pubblica che si occupa di indirizzare i finanziamenti per la realizzazione di impianti sportivi nei contesti cittadini. Proprio quello di cui dovrà occuparsi in prima persona nei prossimi anni: si capisce perché Giorgia Meloni, sul suo nome, non ha voluto sentire storie.