Carol Maltesi, le chat dell'orrore di Fontana e l'appartamento del delitto: nuovi dettagli
Emergono nuovi dettagli dai sopralluoghi nell'appartamento di Carol Maltesi, la 26enne brutalmente uccisa e fatta a pezzi dal vicino
Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Carol Maltesi, la 26enne uccisa e fatta a pezzi dal reo confesso Davide Fontana a Rescaldina. Come riporta l’Ansa, il Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Carlo Nocerino, ha riferito l’esito dei sopralluoghi nell’appartamento della vittima, dove si è consumata la tragedia.
- Carol Maltesi, il sopralluogo nell'appartamento del delitto
- Carol Maltesi, il congelatore dove è stato conservato il corpo
- Carol Maltesi, le chat di Fontana in cui si spacciava per la vittima
Carol Maltesi, il sopralluogo nell’appartamento del delitto
“Abbiamo trovato riscontri alle dichiarazioni dell’indagato nell’appartamento, sono state individuate tracce ematiche“, ha detto Nocerino.
In particolare, è emerso che l’appartamento dove è stata uccisa Carol Maltesi è stato opportunamente ripulito dall’assassino. “È stato tutto accuratamente lavato, abbiamo trovato diversi stracci da periziare”, ha detto il procuratore.
Carol Maltesi, il congelatore dove è stato conservato il corpo
Il congelatore in cui sono stati conservati i resti della vittima per oltre due mesi “era posizionato al piano di sotto, un freezer molto grande rispetto alla metratura del cucinotto”.
Il procuratore ha poi evidenziato un dettaglio straziante: “L’unica cosa che posso dire è che fanno tristezza e tenerezza i tanti pupazzi che aveva in casa” Carol Maltesi, forse per il suo bambino “o forse suoi”. Quanto a Fontana, “non sono emersi precedenti psichiatrici di alcun tipo” su di lui.
I carabinieri mentre effettuano i rilievi a casa di Carol Maltesi
Carol Maltesi, le chat di Fontana in cui si spacciava per la vittima
Il Corriere della sera, nel frattempo, ha pubblicato gli screenshot dei messaggi Whatsapp che Fontana ha inviato in questi mesi spacciandosi per Carol Maltesi.
Il 31 gennaio un amico di Carol Maltesi avrebbe ricevuto il seguente messaggio dal numero della vittima: “Ehi ciao, sì ho trovato diverse case a Verona, adesso sono in pausa, mi sto godendo mio figlio“.
Ma Carol Maltesi, il 31 gennaio, era già morta da venti giorni. Nelle settimane successive all’omicidio, Fontana avrebbe dunque conservato il telefono della vittima, tenendolo spento ma riaccendendolo regolarmente per non destare sospetti: avrebbe quindi inviato messaggi a conoscenti, parenti e amici di Carol Maltesi, fingendosi lei.
L’amico a cui Fontana aveva risposto il 31 gennaio è il direttore artistico di un locale dove Carol Maltesi si era esibita pochi giorni prima di essere uccisa. L’assenza dai social della ragazza aveva destato in lui più di un sospetto, per questo aveva provato a contattarla.
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