Caro energia, bolletta salatissima per chef Vissani: "Se vogliono farci chiudere lo dicano, così non si può"
Lo chef e il figlio, che gestiscono "Casa Vissani", si accodano alla denuncia dei ristoratori per l'ennesima bolletta salata
La guerra in Ucraina e tutti i rincari che ne sono conseguiti, dall’aumento del prezzo dei carburanti combattuto con il taglio delle accise al costo choc dell’energia, presentano un conto salatissimo agli italiani. Se il comune cittadino cerca di far fronte come possibile alla nuova stangata, a unirsi nel momento della difficoltà sono le attività e i ristoratori, che nelle ultime settimane hanno ricevuto bollette a tre, o addirittura anche quattro, zeri.
L’ultimo a sollevare il grido di denuncia contro il caro energia è lo chef Gianfranco Vissani, che col figlio Luca gestisce “Casa Vissani” sulle sponde del lago di Corbara, a pochi chilometri da Orvieto, in provincia di Terni.
Bolletta choc, quanto deve pagare Vissani
Intervistati dall’Ansa, Gianfranco Vissani e il figlio Luca hanno voluto denunciare una situazione diventata ormai insostenibile per la loro attività, così come per tante altre in giro per l’Italia. Presentando il conto salatissimo della luce arrivato per l’ultimo bimestre, i Vissani hanno svelato: “A luglio di un anno fa la bolletta dell’energia elettrica era di 5.900 euro, quest’anno siamo chiamati a pagare 16.500 euro e per agosto è atteso un ulteriore rincaro del 20%”.
Vissani e il figlio mostrano la bolletta salatissima
La soluzione? Per Vissani non sembra esserci, in quanto presentare un contributo per le bollette negli scontrini, come fatto da altri imprenditori, non sarebbe fattibile: “Se dovessi fare la stessa cosa dovrei spalmare sul conto dei clienti mille euro al giorno, dato che il nostro ristorante resta aperto 16 giorni al mese”.
Padre e figlio spiegano di aver deciso di “non ritoccare nemmeno i prezzi, malgrado il costo delle materie prime sia notevolmente aumentato”.
Vissani costretto a chiudere? La provocazione
Nel corso dell’intervista Gianfranco e Luca Vissani hanno quindi provocato la politica italiana, dalla quale si aspettano quanto prima una risposta per risolvere la situazione: “A queste condizioni è impossibile continuare a fare impresa in Italia. I politici, tutti insieme, devono tirarci fuori dal baratro in cui siamo finiti“.
Poi hanno aggiunto: “Se ci vogliono far chiudere basta che ce lo dicano. Spiegateci come dobbiamo andare avanti. Occorre un’azione politica seria, tesa ad aiutare le imprese e le persone davvero bisognose e quindi basta con questo reddito di cittadinanza”.