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Capitano Ultimo, chi è il colonnello che mise le manette a Riina

Chi è l'ex colonnello dei Carabinieri scelto da Jole Santelli per ricoprire il ruolo di assessore all'ambiente per la Regione Calabria

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Nessuno conosce il suo volto senza passamontagna, tutti però sanno chi è. Sergio De Caprio, detto anche Capitano Ultimo, dopo una carriera di grandi successi e onori nell’Arma dei Carabinieri si appresta a diventare il nuovo assessore all’ambiente della Regione Calabria, nomina arrivata martedì 18 febbraio a Montecitorio. In attesa di ricevere il nullaosta da parte dell’Arma, De Caprio è pronto ad iniziare una nuova vita, accompagnato da quel passamontagna mai tolto dal gennaio 1993.

Originario di Montevarchi, in provincia di Arezzo, De Caprio fu colui che il 15 gennaio del 1993 mise materialmente le manette al boss mafioso Totò Riina. Da quel giorno, fino al 1997, Capitano Ultimo si è dedicato alla ricerca di altri pericolosi latitanti.

Tra le esperienze nell’Arma, la cui carriera è iniziata da allievo alla Nunziatella di Napoli, quelle da tenente dei Carabinieri a Bagheria, capitano nel filone d’indagine “Duomo connection” condotto da Ilda Boccassini e il giudice Falcone sulla penetrazione mafiosa nel capoluogo lombardo.

Diventato capo del nucleo CrimOr dei Carabinieri nel 1991, il nome di De Caprio è legato a diverse operazioni e alla scelta di creare l’Unità Militare Combattente che dal settembre 1992 cominciò ad operare a Palermo. Nel gruppo il capitano incluse tutti quei carabinieri poco considerati dall’Arma e relegati ad impieghi di basso profilo.

Dopo lo scioglimento del CrimOr venne assegnato al NOE (Nucleo Operativo Ecologico) e poi al CCTA (Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente). Nel 2016 passa all’Aise, il servizio segreto per l’estero, a dirigere l’ufficio affari interni. L’esperienza dura però solo un anno dato che il rapporto fu interrotto per “mancanza di fiducia”.

Le minacce di morte

Dopo l’arresto di Riina, De Caprio finì al centro dei piani omicidi di Cosa Nostra. Come riferito da alcuni collaboratori di giustizia, Leoluca Bagarella aveva offerto denaro ad un collega del Carabiniere per avere informazioni su dove vivesse il militare.

Il pentito Cangemi, nel corso di una deposizione, ammise che pochi mesi dopo la cattura di Riina Bernardo Provenzano aveva spiegato a tutti un progetto per catturare vivo il Capitano Ultimo con l’intenzione di ucciderlo. Da qui la decisione di affidargli la scorta che, negli anni, è stata al centro di numerose polemiche.

Revocatagli nel 2014, gli fu concessa nuovamente qualche mese dopo grazie alla denuncia del settimanale panorama. Oggi De Caprio non vive più sotto scorta dopo che il Tar del Lazio, ad inizio 2020, ha deciso di respingere il ricorso dopo la decisione della revoca arrivata nei mesi precedenti.

Perché “Capitan Ultimo”?

ha spiegato nel 2017, su un post social, il perché della scelta di chiamarsi Capitano Ultimo: “Mi sono chiamato Ultimo quando ho capito che tutti volevano essere primi, volevano fare bella figura, volevano vincere, volevano farsi belli con i capi, volevano fare carriera con la K”.

“Siccome a me non me ne frega proprio niente, dico a me ma anche a tanti altri carabinieri, il nostro onore e la nostra gloria maggiore è lavorare per la gente povera e basta, e nel momento in cui lo facciamo perché vogliamo qualcosa in cambio siamo porci traditori” aveva aggiunto.

Volto coperto e guanti, la scelta di De Caprio

Tratto distintivo dell’ex colonnello è anche il passamontagna. Vestito per poter continuare le attività investigative per permettersi invisibilità nei pedinamenti, è al tempo stesso testimonianza di una vita costantemente in pericolo.

Altro dettaglio particolare del modo di presentarsi al pubblico sono i guanti. In un’intervista Capitano Ultimo spiegò di portare “il guanto dei mendicanti, dei lavavetri che sono nostri fratelli, e così non mi dimentico di essere anche io mendicante. Quando umiliano i “vu cumbrà” al semaforo, umiliano anche te e me e dunque non deve accadere, la devi vivere come un’ingiustizia fatta a te”.

capitano-ultimo-1 Fonte foto: Ansa
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