Roma, "guerra dei vaccini" tra candidati: Calenda duro sulla sindaca
I candidati sindaci di Roma si danno battaglia sul tema dei vaccini, strizzando l'occhio ai propri elettori
Si parla di vaccini a Roma, dove il candidato sindaco Carlo Calenda ha sfidato gli altri candidati e l’uscente Virginia Raggi a esprimersi su un tema che, in piena campagna elettorale, rischia di spostare il consenso. Su Twitter il leader di Azione ha scritto alla sindaca che non si tratta di una questione alla “quale puoi semplicemente sottrarti. Ti sei vaccinata o no?”.
Fonti del Campidoglio hanno spiegato a Repubblica che “dopo aver contratto il coronavirus” Virginia Raggi “ha seguito il protocollo. Ha gli anticorpi ancora alti. Segue, come chiunque, i consigli del medico rapportati alla propria condizione clinica”.
La risposta è dunque negativa. Virginia Raggi non ha ricevuto ancora la prima dose del vaccino perché dopo aver contratto il Covid avrebbe ancora le difese immunitarie contro il Sars-Cov-2.
Dopo l’infezione, in base a quanto stabilito dagli esperti, si dovrebbe attendere tra i 3 e i 6 mesi per sottoporsi alla vaccinazione. Tuttavia la sindaca di Roma ha contratto il virus 8 mesi fa.
Un recente studio coordinato da Andrea Crisanti mostra che alti livelli di anticorpi naturali possono essere rintracciabili anche a distanza di 9 mesi dalla negativizzazione. I contendenti di Virginia Raggi e i suoi detrattori parlano però di un silenzio imbarazzante di fronte a questo tema importante.
Il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri ha dichiarato a Repubblica: “Io, come tutti i romani, non so se la sindaca si sia vaccinata o meno. Quello che so è che avrebbe dovuto dare il buon esempio invitando, da tempo, tutti i romani a farlo”.
“Tutti si devono vaccinare sotto e sopra i 40 anni, al contrario di quanto sostengono Lega e Fratelli d’Italia. Non si gioca con la salute dei cittadini”, ha sottolineato, lanciando un attacco anche al candidato Enrico Michetti, in quota Fratelli d’Italia.
Il candidato al Campidoglio fedele a Giorgia Meloni si è invece sempre detto per la libertà di scelta, prima paragonando la campagna di vaccinazione al doping di massa dell’Est Europa e poi sottoponendosi all’iniezione con tanto di foto sui social.
Su Twitter e Facebook, dove le opinioni si polarizzano, sono tanti i commenti contro o a favore delle scelte dei candidati sindaci a Roma, e c’è anche chi sottolinea che più che di convinzioni personali si tratterebbe di modi per strizzare l’occhio al proprio elettorato.