Roma, in un pub il focolaio Covid più grande d'Italia: cosa è successo
Un pub nel quartiere Monteverde di Roma è diventato il focolaio Covid più grande d'Italia
“The Clifton“, pub nel quartiere Monteverde di Roma, è diventato il focolaio Covid più grande d’Italia in seguito ai festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei. Al momento. come riporta il ‘Corriere della Sera’, i casi confermati sono 97, di cui 17 secondari tra amici e parenti. I casi positivi con un’età inferiore ai 25 anni sono, invece, 88.
Roma, focolaio in un pub a Monteverde: parlano i gestori
I gestori del pub monteverdino hanno chiarito la propria posizione con un post pubblicato sulla pagina ‘Facebook’ del locale.
Nel messaggio, pubblicato lo scorso 13 luglio e firmato “La direzione”, si legge: “Pensiamo sia il caso di fare chiarezza sui recenti avvenimenti della scorsa settimana. Durante la partita della nostra Nazionale, oramai Campione d’Europa, del giorno 2/07, molti ragazzi erano nel nostro locale e nonostante tutte le norme previste Anti-COVID, sappiamo benissimo tutti che persone vicine possono stare sedute allo stesso tavolo senza mascherina. Nei giorni successivi in un gruppo di giovani presenti anch’essi alla partita è stato rilevato e aperto un Cluster di controllo da parte dell’ASL di competenza; le persone coinvolte erano 5 e non 16 come citano i giornali”.
E poi: “Ovviamente siamo stati contattati dal funzionario di riferimento per constatare la situazione e organizzare una sanificazione ulteriore del locale. Non siamo assolutamente stati costretti a chiudere. Abbiamo semplicemente preferito dare modo alla società di sanificazione di effettuare un lavoro completo a 365°. Da domani 14 Luglio saremo nuovamente aperti al pubblico e restringeremo ancor di più le norme comportamentali con controlli aggiuntivi”.
Roma, focolaio pub Monteverde: parla la madre di un contagiato
Il ‘Corriere della Sera’ riporta alcune dichiarazioni di una donna, madre di uno dei ragazzi risultato positivo dopo il 6 luglio (il giorno della semifinale tra l’Italia e la Spagna).
Le sue parole: “È stata una bomba a orologeria. Mi chiedo come abbiano fatto i proprietari a essere così superficiali“.
La donna ha anche detto: “Già il 2 luglio, dopo il quarto di finale con il Belgio, c’erano stati dei contagi. Nonostante questo i gestori del locale si sono comportati come se nulla fosse. Avrebbero dovuto capire che non era il caso di far entrare così tanta gente ammassata e invece se ne sono fregati”.
Dai racconti del figlio è emerso che, all’interno del locale, ci sarebbero state molte persone in piedi e senza mascherina, “molte più di quelle che poteva contenere il pub”.
La versione sarebbe stata confermata anche da alcuni residenti della zona. Un ragazzo affacciato al secondo piano avrebbe riferito come “a ogni gol dell’Italia il palazzo tremava”.
A proposito delle responsabilità del figlio, la donna ha dichiarato: “Forse mio figlio ha fatto una leggerezza, ma i gestori del pub avrebbero dovuto rispettare le regole”.
La madre del ragazzo ha precisato che il figlio avrebbe dovuto vaccinarsi il 12.
E ha aggiunto: “L’unico al tavolo a cui era stata somministrata la prima dose, non è stato contagiato”.