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Cadavere di Mahmoud Abdalla mutilato a Genova, svolta nelle indagini: il 19enne aveva denunciato i killer

Il 19enne Mahmoud Abdalla aveva denunciato i suoi assassini per sfruttamento prima di essere ucciso: ecco la svolta nelle indagini

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“Mi sfruttano”, questa la denuncia alla guardia di finanza presentata dal 19enne Mahmoud Abdalla contro i suoi killer. Questa la svolta nelle indagini sulla morte del giovanissimo, ucciso e mutilato per opera dei titolari del barber shop di Sestri Ponente che in questo momento si trovano in cella presso il carcere di Marassi.

19enne mutilato a Genova: aveva denunciato i suoi assassini

Un mese prima di essere ucciso e fatto a pezzi dai suoi datori di lavoro, Mahmoud Abdalla era andato dalla guardia di finanza per denunciare i suoi assassini.

È la svolta nelle indagini sulla morte del 19enne. Lo riporta ‘La Stampa’.

19enne egiziano mutilatoFonte foto: iStock
Il 19enne Mahmoud Abdalla aveva denunciato i suoi killer per sfruttamento. Intanto proseguono le ricerche per rinvenire la testa nelle acque del mare di Chiavari

Sfruttano me e molti altri lavoratori“, queste le parole che Mahmoud Abdalla avrebbe usato di fronte agli agenti delle fiamme gialle un mese prima di morire.

Intanto i carabinieri del nucleo Subacquei di Genova stanno ancora ispezionando le acque del mare di Chiavari per trovare la testa del 19enne.

I killer avevano comprato una mannaia

Nel frattempo proseguono le indagini, che restituiscono uno scenario che si dimostrerebbe ancora più raccapricciante. Secondo le immagini di un circuito di videosorveglianza a Sestri Ponente – scrive ‘Ansa’ – i due assassini Abdelwahab Kamel detto TitoMohamed Ali Abdelghani detto Bob, avrebbero acquistato una mannaia da un negozio cinese di Sestri Ponente.

La teoria è supportata dalle immagini che mostrano Tito e Bob con un sacchetto contenente un oggetto contundente.

Poco prima, secondo gli investigatori, lo stesso negozio avrebbe emesso uno scontrino per un coltello e una mannaia, armi che potrebbero essere state usate per uccidere e mutilare il giovane Mahmoud. A questo punto gli investigatori potrebbero contestare ai due imputati la premeditazione.

Il sostituto procuratore Daniela Pischetola, durante l’interrogatorio di convalida del fermo presso il carcere di Marassi, ha contestato a Tito e Bob l’acquisto delle armi e i due killer si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

L’omicidio di Mahmoud Abdalla

Il 24 luglio un diportista a bordo di uno yacht ha rinvenuto il cadavere mutilato di Mahmoud Abdalla. Il corpo, un tronco umano, stava galleggiando a largo tra le acque di Santa Margherita Ligure e Portofino.

Dal cadavere mancano le mani e la testa. Gli arti sono stati recuperati poche ore dopo, ma della testa non esiste ancora traccia.

Le indagini hanno portato all’arresto di Abdelwahab Kamel e Mohamed Ali Abdelghani, entrambi egiziani come la vittima.

A confessare l’omicidio è stato Abdelghani, detto Bob: il corpo del 19enne è stato smembrato e occultato in una valigia. Tito e Bob, la notte dell’omicidio – 24 luglio – hanno trasportato il trolley con il corpo mutilato di Mahmoud Abdalla a Chiavari su un taxi.

Una volta di fronte agli inquirenti, i due killer hanno iniziato a rimbalzarsi reciprocamente le responsabilità. L’omicidio sarebbe stato causato dalla volontà del 19enne di interrompere il rapporto di lavoro con i due connazionali.

19enne-mutilato-genova Fonte foto: ANSA
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