Brugnaro intercettato con l'assessore comunale Boraso, la telefonata del sindaco di Venezia: che si sono detti
Cosa si sono detti il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e l'assessore comunale Renato Boraso: le intercettazioni
“Ti devi controllare”. Così il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro si rivolgeva al suo assessore comunale Renato Boraso in una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta per corruzione che ha travolto l’amministrazione comunale lagunare. Al centro delle indagini la vendita di un palazzo, la trattativa poi saltata per un terreno e diversi appalti.
- Brugnaro intercettato con l'assessore Boraso: la telefonata
- Cosa si sono detti
- L'inchiesta sull'assessore comunale Boraso e Brugnaro
- La vendita di Palazzo Poerio Papadopoli
- La trattativa per l'area dei Pili
- Il sindaco Brugnaro: "Si va avanti"
Brugnaro intercettato con l’assessore Boraso: la telefonata
“Tu non mi ascolti, tu non capisci un c… mi stanno domandando che tu domandi soldi, tu non ti rendi conto, rischi troppo… tu non mi stai ascoltando”.
È uno dei passaggi delle intercettazioni, riportato dal Corriere della Sera, al centro dell’inchiesta per corruzione che ha portato all’arresto dell’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso e che vede indagato anche il sindaco Luigi Brugnaro.
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro
A parlare è il sindaco, che si sfoga con il suo assessore. L’intercettazione, citata nell’ordinanza del gip e risalente al 17 marzo 2023, viene definita “fondamentale” dalla procura di Venezia poiché il primo cittadino dice all’assessore che lui chiede soldi.
Cosa si sono detti
“Se io ti dico di stare attento ti devi controllare, ci sono diversi discorsi che stanno male”, continua Brugnaro. E Boraso risponde: “Cambio anche il telefono”.
“Ma non è il telefono… ti hanno messo gli occhi addosso, sta attento a ste robe qua. Devi estirparla”, replica il sindaco.
“Un pezzo di terra ti ha rotto i c… quando si poteva fare in 100 maniere diverse…”, continua Brugnaro. “Ma io, la roba che mi spaventa sei tanto coinvolto. Questo io te lo dico”.
L’inchiesta sull’assessore comunale Boraso e Brugnaro
L’inchiesta che ha portato in carcere Boraso è partita nel 2022, sulla base di esposto presentato dall’imprenditore Claudio Vanin. E si è basata sul monitoraggio di telefonate, movimenti e incontri dell’assessore.
Secondo l’accusa, l’assessore si sarebbe “messo a disposizione per anni, in modo continuativo” per truccare appalti pubblici e garantire autorizzazioni amministrative o varianti edilizie a favore di vari imprenditori, ottenendo così guadagni illeciti che sarebbero stati giustificati con fatture per operazioni inesistenti delle sue società.
Nell’inchiesta risultano indagati anche il sindaco Brugnaro, il suo capo di gabinetto Morris Ceron e il vice Derek Donadini.
La vendita di Palazzo Poerio Papadopoli
Come riporta Venezia Today, tra le operazioni contestate dalla procura di Venezia c’è la vendita di Palazzo Poerio Papadopoli, un immobile comunale ceduto a Chiat Kwong Ching, magnate cinese con base a Singapore, per 10 milioni di euro, prezzo inferiore al valore di 14 milioni.
Per favorire il deprezzamento del palazzo Boraso avrebbe ricevuto 73 mila euro dell’imprenditore cinese.
La trattativa per l’area dei Pili
C’è poi la vicenda dell’area dei Pili, una zona della laguna fortemente inquinata a causa della vicinanza con la zona del porto, che venne acquistata da Brugnaro per 5 milioni di euro nel 2006, prima della sua entrata in politica.
Quando Brugnaro è diventato sindaco ha affidato tutte le sue attività imprenditoriali e le partecipazioni a un blind trust con sede a New York che avrebbe dovuto tenerlo lontano dai conflitti di interesse.
Secondo la procura veneziana non sarebbe andata così. Secondo l’accusa, Brugnaro, Ceron e Donadini avrebbero concordato con Ching la cessione del terreno per 150 milioni di euro.
In cambio della promessa del raddoppio dell’edificabilità sui terreni e l’adozione di tutte le varianti urbanistiche che si sarebbero rese necessarie per l’approvazione del progetto edilizio. La trattativa è però saltata e la vendita dell’area non è andata in porto.
Il sindaco Brugnaro: “Si va avanti”
L’arresto dell’assessore e la diffusione delle intercettazioni hanno travolto l’amministrazione comunale sul piano politico, con le opposizioni sul piede di guerra che invocano le dimissioni del sindaco indagato.
Brugnaro – contestato nelle scorse settimane dai centri social per la questione ticket – però non sembra di essere di questo avviso: secondo quanto riferisce Ansa, il sindaco avrebbe dato indicazione di andare avanti agli esponenti della maggioranza comunale di centrodestra, convocati per un vertice nella mattinata di oggi, 17 luglio.
All’incontro hanno preso parte gli assessori e i consiglieri comunali dei partiti – FI, FdI, Lega e lista Brugnaro – che sostengono il sindaco.