Bimba morta di stenti: nuove analisi sulla culla di Diana Pifferi. La madre Alessia vuole una foto in carcere
I legali di Alessia Pifferi hanno chiesto nuovi accertamenti nella casa in cui è morta la piccola Diana, morta di stenti a soli 18 mesi dopo 6 giorni
Continuano le indagini sulla morte della piccola Diana Pifferi, morta di stenti a 18 mesi. La madre Alessia Pifferi è in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. Sono stati disposti nuovi esami per capire le circostanze del decesso della piccola.
- Disposti nuovi accertamenti per la morte di Diana Pifferi
- Su cosa si concentreranno le analisi sulla bimba morta di stenti
- Alessia Pifferi dal carcere chiede di avere una foto della figlia
Disposti nuovi accertamenti per la morte di Diana Pifferi
Il giudice per le indagini preliminari di Milano Fabrizio Filice ha accolto l’istanza degli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, che chiedevano un ampliamento del quesito della perizia su altri oggetti trovati accanto alla culla.
Si cercano così altri elementi per capire meglio la dinamica di quanto avvenuto il 21 luglio, quando la neonata è stata trovata morta nell’appartamento della madre, in via Parea a Milano. Era rimasta sola per 6 giorni.
Alessia Pifferi arriva in tribunale a Milano.
Su cosa si concentreranno le analisi sulla bimba morta di stenti
Sarà dunque analizzata la scena del delitto e saranno condotte analisi su tutti gli elementi sequestrati, come il materasso e il cuscino della culla, il pannolino indossato dalla piccola, il biberon e una bottiglietta d’acqua.
Gli accertamenti di natura biologica e chimico-forense serviranno a ricostruire l’esatta causa del decesso di Diana e a individuare eventuali altri responsabili per la prematura scomparsa della piccola.
In particolare bisognerà capire in che modo ha influito sulla sua morte il contenuto trovato nel biberon e nella fiala di benzodiazepine trovati vicino al corpo.
Alessia Pifferi dal carcere chiede di avere una foto della figlia
Entro un mese si avranno i risultati delle nuove analisi, e dunque nuovi elementi che potrebbero aggravare la posizione di Alessia Pifferi, che nel mentre dal carcere sembra mostrare i primi segni di pentimento per aver abbandonato la figlia.
I legali della difesa sono tornati a chiedere l’accesso al carcere di due consulenti tecnici per un accertamento psichiatrico della loro assistita.
La donna, 37 anni, è già stata sottoposta a delle perizie, dalle quali sarebbe risultata lucida, consapevole, orientata e in grado di iniziare un percorso di narrazione ed elaborazione del proprio vissuto affettivo ed emotivo.
Che secondo quanto dichiarato dagli avvocati sarebbe già iniziato, con grosse difficoltà. Alessia Pifferi, che è stata anche picchiata in carcere, avrebbe inoltre chiesto di poter avere una foto della piccola Diana.