Berlusconi: "Covid, temevo di non farcela. Zangrillo? Equivocato"
Silvio Berlusconi, dopo aver lottato con il coronavirus, racconta i giorni del ricovero e fa il punto sulla situazione politica italiana
Il peggio è passato. Berlusconi sta recuperando le forze dopo aver lottato contro il coronavirus e averlo sconfitto. “Mi sento molto stanco, spossato. Questa è la caratteristica del Covid”, racconta al Corriere della Sera, aggiungendo di essere “sereno” oggi. Anche i suoi familiari stanno tutti bene (“Grazie al cielo nessuno di loro ha accusato sintomi molto severi), ma il fatto di sapere ammalati i “figli e anche i nipoti, che sono ancora dei bambini, è forse la cosa” che più lo “ha fatto stare male”, confida il leader di Forza Italia.
Tra la miriade di messaggi di sostegno che ha ricevuto, uno li raccoglie tutti. “Posso dire che la telefonata del Presidente della Repubblica, che rappresenta la nazione, li riassume tutti”, narra Berlusconi, passando a ricordare gli attimi più difficili della lotta al virus.
“I momenti più duri – spiega – sono stati i primi tre giorni in ospedale. Avevo dolore dovunque, non riuscivo a stare nella stessa posizione per più di un minuto. Temevo di non farcela”.
“Ma devo dire che non ho mai smesso — come in passato — di confidare nell’aiuto di Dio e nella grande competenza dei medici e del personale sanitario”, aggiunge il leader di Forza Italia.
Spazio quindi alla situazione generale in Italia. Berlusconi, a proposito di un eventuale nuovo lockdown, cita il caso di Israele che “dimostra che il pericolo è dietro l’angolo”. Afferma quindi che bisogna assolutamente allontanare tale ipotesi perché “una seconda ondata sarebbe una catastrofe umanitaria, sanitaria ed economica senza precedenti”. Da qui l’invito al rispetto delle norme anti covid.
Il Cavaliere passa a commentare le posizioni assunte dal suo medico Alberto Zangrillo circa il coronavirus: “Credo che su questo sia nato un equivoco. Il professor Zangrillo ha espresso da medico valutazioni destinate al dibattito scientifico. Forse essendo un clinico e non un politico ha sottovalutato il fatto che sarebbero state riprese, enfatizzate e sostanzialmente fraintese dai mass media”.
E ancora: “Il suo non era affatto un invito ad abbassare la guardia. Del resto nel mio caso non ha certo sottovalutato sintomi apparentemente lievi che però nascondevano una situazione molto seria per la quale mi ha imposto un ricovero immediato in piena notte”.
Infine, quando gli viene chiesto se il governo ha le idee chiare su come usare i 209 miliardi del Recovery Fund, riserva una stoccata all’esecutivo: “Sul durare il più a lungo possibile hanno un’idea molto chiara”.