Vaccino in ritardo a Bergamo, Gori contro Gallera: "Si dimetta"
A Bergamo la campagna di vaccinazione parte il 5 gennaio, in netto ritardo rispetto ad altre realtà meno colpite dal virus dallo scorso marzo
Se la Lombardia è la regione più colpita dal coronavirus, Bergamo è stata la città che più ha sofferto durante la prima ondata. L’immagine delle bare portate via dall’esercito è ancora negli occhi di molti, soprattutto in quelli del sindaco, Giorgio Gori, che ai microfoni di Repubblica ha concesso un’intervista per denunciare i ritardi della campagna vaccinale nella sua città.
Vaccino, Gori contro Gallera: “In ritardo, finiremo tra due anni”
“Sono sconcertato – ha detto Gori – perché mi sembra incredibile che in questa regione, la più colpita dalla pandemia, si sia ritenuto di iniziare così lentamente rispettando ferie e giorni festivi come se vaccinare le persone non fosse la priorità assoluta”.
Il riferimento è alle parole dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera: “Il senso dell’urgenza è plasticamente leggibile nell’organizzazione di Israele, che sta vaccinando i suoi abitanti sette giorni su sette, 24 ore su 24. Ecco qual è la giusta velocità”.
Mentre a Bergamo la campagna vaccinale partirà solamente il 5 gennaio. Inizialmente era stata fissata addirittura l’11 gennaio: “Purtroppo è la Regione che comanda. Non c’è spazio di autonomia per i singoli ospedali. Mi auguro che la situazione possa rapidamente cambiare. Soprattutto quando si tratterà di vaccinare la popolazione servirà tutt’altro passo”.
Quindi, il riferimento esplicito a Gallera: “Servono migliaia di dosi al giorno, al netto dei richiami. Per avere una vera immunità di gregge dobbiamo raggiungere il 70% della popolazione. Vogliamo arrivarci entro settembre? Solo in Lombardia servirebbero almeno 30 mila vaccini al giorno e altrettante seconde dosi. L’assessore Gallera ci ha detto che tra qualche giorno arriveremo a 10 mila. Se il passo è questo, ci metteremo due anni“.
Vaccino in ritardo, l’appello di Gori
Secondo il sindaco di Bergamo, un ruolo fondamentale lo potrebbero ricoprire i medici di famiglia “quando avremo gli altri vaccini, che a differenza di quello Pfizer non hanno bisogno di essere conservati a meno 70 gradi”.
Gori, poi, ha sottolineato come debba “funzionare tutta la catena, a partire dall’approvvigionamento dei vaccini di cui ha competenza il commissario straordinario. Ma la somministrazione spetta alla Regione. E francamente non è accettabile che la terra più martoriata sia stata la più lenta a partire”.
Tutta colpa di Gallera? “Il giudizio politico su questa maggioranza non può essere circoscritto solo a Gallera, ma lui è l’assessore alla Sanità. Se si deve dimettere? Avrebbe dovuto farlo da tempo“.