Batterio killer a Verona: l'avvertimento del virologo per il 2050
L'antibiotico-resistenza potrebbe causare emergenze sanitarie ben peggiori del coronavirus, con più vittime del cancro
Il batterio che si è diffuso nell’ospedale Borgo di Trento a Verona è presente “nell’intestino e nell’ambiente, normalmente innocuo, che però può trasformarsi in killer“. Lo riferisce Giorgio Palù, docente di microbiologia e virologia dell’Università di Padova, ad Adnkronos.
A causa del citrobacter nell’acqua dell’ospedale sono morti 4 bambini. “Parliamo di un germe che appartiene alla grande famiglia degli enterobatteri. Solitamente lo incontriamo, senza ammalarci, nell’ambiente. Può dare anche infezioni ma, in genere, è considerato un germe opportunista“, è dannoso solo in condizioni particolari.
“Nei bambini, nei neonati, negli immunodepressi o in caso di manovre invasive può diventare pericoloso. Può dare infezioni intestinali, alle vie urinarie. Purtroppo nei bambini può dare anche meningiti con forme gravi”, ha spiegato anche Giorgio Palù ad Adnkronos.
Il problema è che “questo germe è spesso resistente a molti antibiotici. Fa parte di quell’insieme di batteri multiresistenti ai farmaci che, se si sviluppano in ambienti ospedalieri, sono pericolosissimi”.
“Ed è la resistenza ai farmaci il problema dei problemi. Si stima che nel 2050 le infezioni prodotte da microrganismi multiresistenti causeranno più morti del cancro ogni anno. Questo è un problema che l’umanità dovrà affrontare più delle pandemie”, ha sottolineato l’esperto.
Il governatore veneto Luca Zaia ha spiegato la sua versione sull’infezione da citrobacter: “Può accadere che negli ospedali ci siano infezioni temporanee, circoscritte, che si vanno a spegnere, ma questa è una storia che si è trascinata per mesi se non per anni”.