Aumento dei tamponi, Vaia e Gismondo contrari: c'è un rischio
Due esperti controcorrente: Francesco Vaia e Anna Maria Gismondo hanno spiegato perché non bisogna aumentare il numero di tamponi
È senza precedenti il numero di tamponi effettuati in Italia nella giornata di ieri: sono stati infatti 152.196 secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute. Sulla questione se sia opportuno oppure no aumentare ancora di più il numero di test per la ricerca dei contagi di coronavirus, due esperti si sono detti contrari. Si tratta del direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, e la direttrice di Microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo.
Francesco Vaia contro l’aumento dei tamponi: i motivi
“Non sono d’accordo“, ha risposto così il direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, all’ipotesi di aumentare il numero dei tamponi in Italia. Intervenuto a Zapping, trasmissione di Rai Radio 1, ha precisato: “Il tampone deve essere guidato dal clinico. Bene ha fatto il Comitato tecnico scientifico e quindi poi dopo il Governo, a dire che dopo 10 giorni di quarantena non c’è bisogno del secondo tampone“.
“Quando facciamo gli antigenici – ha aggiunto -, e se ne fanno tantissimi in questo periodo, la conferma molecolare si fa solamente in presenza di una carica virale molto alta. In presenza di una carica virale medio bassa, che non ci dà quasi mai la conferma del positivo, noi dobbiamo evitarlo“.
“L’obiettivo in questo momento è di scovare gli asintomatici – ha annunciato – vi sono delle comunità in cui è molto probabile che ci sia una sieroprevalenza del virus perché c’è stato un positivo e dico che come screening dobbiamo fare i test antigenici”.
Maria Rita Gismondo, duro avvertimento contro l’aumento dei tamponi
Un parere simile a quello di Vaia è stato espresso dalla direttrice di Microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, che si è detta contraria all’aumento dei tamponi. Qualche giorno fa aveva espresso una posizione controcorrente anche sull’obbligo di mascherine.
“Non è un problema di comprare i tamponi – ha specificato -, sono le aziende che non riescono a produrre secondo la richiesta – . Dobbiamo guardare molto bene le strategie che ci possiamo permettere. Se continuiamo a tamponare tutti, fra poco non avremo i tamponi per i malati. Questo è da tenere sotto osservazione”.
La microbiologa ha parlato a “Stasera Italia” su Rete 4. “Bisogna individuare immediatamente il sintomatico e i suoi contatti, ma non bisogna fare tamponi a strascico – ha aggiunto – perché sprechiamo risorse umane ed economiche senza focalizzarci sui veri pazienti che ci interessano”.
In merito ai “test veloci, tipo quelli salivari”, Gismondo ha spiegato che “sono utili per uno screening di massa come quello per gli arrivi in aeroporto o a scuola. Hanno però una sensibilità inferiore rispetto al test biomolecolare, che ha una sensibilità del 90-95% rispetto al 60-65% del salivare”.