AstraZeneca e trombosi rare, l'Oms aggiorna le linee guida
Gli esperti dell'Oms hanno aggiornato le linee guida sul vaccino di AstraZeneca dopo i recenti casi rari di trombosi
Il gruppo strategico di esperti per le vaccinazioni (Sage) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha aggiornato le linee guida sul vaccino anti Covid di AstraZeneca, dopo i rari casi di trombosi registrati in Europa dopo la somministrazione del farmaco.
“Una sindrome molto rara con trombosi associate a una bassa conta piastrinica (trombosi con sindrome da trombocitopenia, Tts) è stata segnalata da 4 a 20 giorni dopo la vaccinazione” con il vaccino dell’azienda anglo-svedese.
“Una relazione causale tra il prodotto e la Tts è considerata plausibile – scrivono gli esperti dell’Oms – sebbene il meccanismo biologico di questa sindrome sia ancora in fase di studio”.
La maggior parte dei casi sono stati registrati nel Regno Unito, dove “il rischio di Tts è di circa 4 casi per 1 milione di adulti vaccinati”, e nei Paesi dell’Unione europea, dove “il tasso è stimato di circa 1 caso su 100mila”.
“C’è una notevole variazione geografica per quanto riguarda l’incidenza segnalata, con pochissimi casi segnalati da Paesi non europei, nonostante l’ampio uso del vaccino in questi Paesi”. Per questo, sottolineano gli esperti, una stima del rischio “al di fuori dall’Europa richiede un’ulteriore raccolta e analisi dei dati”.
“Al momento – si legge nelle raccomandazioni – non è noto se vi sia un rischio di trombosi con sindrome da trombocitopenia (Tts) dopo la seconda dose“. In ogni caso, secondo l’Oms, “le persone che hanno manifestato Tts dopo la prima dose non dovrebbero ricevere la seconda”.
“I dati dall’Europa suggeriscono che il rischio di Tts potrebbe essere più alto negli adulti più giovani rispetto agli adulti più anziani”, anche se “non sono stati ancora identificati fattori di rischio specifici” per questi eventi.
“Il vantaggio della vaccinazione nella protezione contro Covid-19 supera di gran lunga i rischi. Tuttavia, le valutazioni del rapporto rischio-beneficio possono differire da Paese a Paese”, concludono gli esperti.