Alessandra Todde dichiarata decaduta, i sette punti contestati sui rimborsi alla presidente della Sardegna
Alessandra Todde inciampa sulla rendicontazione delle spese: le sette contestazioni che potrebbero portare alla sua decadenza da presidente della Sardegna
Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, è stata dichiarata decaduta per irregolarità nella gestione delle spese elettorali. Il collegio di garanzia elettorale sardo ha evidenziato sette incongruenze, in base alle quali ha deciso per la decadenza. Todde ha annunciato l’impugnazione, ma intanto dovrà pagare una maxi-multa da 40.000 euro.
Decadenza non esecutiva
Todde, per il momento, resta al suo posto: il provvedimento non comporta la decadenza immediata e la presidente continua a esercitare i suoi pieni poteri.
Fino all’arrivo di un atto definitivo, Todde è intenzionata a rimanere in sella continuando “a lavorare con assoluta motivazione”. L’ordinanza è stata inviata al Consiglio regionale, che fisserà una data per decidere sulla decadenza.
Alessandra Todde
Le sette contestazioni
Le contestazioni riguardano la rendicontazione delle spese, cavallo di battaglia dei pentastellati della prima ora. Nell’ordinanza si specifica che Todde ha dichiarato “di aver sostenuto spese […] per complessivi euro 90.629,98” e di “aver ricevuto contributi e/o servizi […] per euro 90.670,01”.
Come primo punto il collegio ha evidenziato come non sia possibile capire se le voci “indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di consigliere sostenuti dal Movimento”.
Il secondo punto riguarda la mancata nomina di un mandatario unico, che invece avrebbe dovuto essere “obbligatoria”.
Il terzo punto riguarda la mancanza di un conto corrente dedicato, necessario per garantire la tracciabilità dei soldi.
Il quarto punto riguarda la mancanza della “asseverazione” e della “sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario”.
Il quinto rilievo riguarda la assenza di un “estratto del conto corrente bancario o postale”. Todde, in sintesi, ha prodotto una “lista movimenti” di un conto bancario ma non un “estratto conto dal quale risulti l’intestazione del conto corrente utilizzato”.
Sesto rilievo: dalla lista dei movimenti bancari manca l’indicazione dei soggetti che hanno effettuato alcuni finanziamenti per la campagna elettorale.
Settima e ultima contestazione: “Non risulta su quale conto corrente siano confluite le somme indicate nell’elenco operazioni Paypal prodotto dalla candidata”. In pratica, non è stato spiegato quale metodo di raccolta fondi sia stato utilizzato per somme ricevute durante la campagna elettorale.
Ipotesi voto entro un anno
Il Corriere della Sera, che ha sondato gli umori della politica locale, parla di un clima di serenità esibita e di intima preoccupazione fra i banchi di M5S e Pd.
Secondo un retroscena del quotidiano, i sardi potrebbero tornare a elezioni entro un anno. Una mazzata per le opposizioni, che nel governo Todde erano riuscite a mettere insieme, su base regionale, quel campo largo che su scala nazionale non ha mai ingranato.