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Alemanno starà in carcere per 22 mesi, la reazione dopo la decisione del giudice

Resta in carcere l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, non contano i 4 mesi di servizi sociali

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L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno dovrà rimanere in carcere per 22 mesi. Il leader del partito Indipendenza era stato arrestato per aver violato i termini della sua condanna nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo, che prevedevano la sostituzione della pena con i servizi sociali.

Alemanno rimane in carcere

Il tribunale di sorveglianza di Roma ha deciso che l’ex sindaco della Capitale Gianni Alemanno dovrà scontare 22 mesi di carcere per la condanna infertagli nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo.

Il giudice non ha riconosciuto al leader di Indipendenza i 4 mesi già scontati, durante i quali Alemanno era stato affidato in prova ai servizi sociali. È stata proprio la violazione di questi termini a motivare la decisione del giudice.

Alemanno carcereFonte foto: ANSA
Gianni Alemanno

Alemanno si trova già nel carcere di Rebibbia. Era stato portato nella struttura la notte di capodanno, quando le forze dell’ordine avevano eseguito il mandato d’arresto.

La violazione dei servizi sociali

Secondo il giudice che ha stabilito che Alemanno dovrà restare in carcere per tutta la durata della sua condanna, l’ex sindaco avrebbe commesso una “gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte” per l’affidamento ai servizi sociali.

Alemanno avrebbe presentato documentazioni false per giustificare la sua assenza presso la struttura ‘Solidarietà e Speranza’ che si occupa di famiglie in difficoltà e di vittime di violenze, a cui era stato affidato.

L’ex sindaco avrebbe inoltre incontrato per tre volte durante il periodo della sua condanna una persona pregiudicata, l’ex avvocato Paolo Colosimo.

Le dichiarazioni dell’ex avvocato di Alemanno

L’ex avvocato di Alemanno Cesare Placanica ha commentato duramente la decisione del giudice: “Stupisce, al pari di un arresto la notte di Capodanno, che non sia stato considerato neppure il parere del procuratore generale che salvava il primo periodo di affidamento”

“Forse, considerando che il reato di Alemanno è stato quello di avere chiesto una anticipazione di pagamenti per fatture riconosciute dalle stesse sentenze di condanna come vere, si potevano sanzionare le sue trasgressioni con la detenzione domiciliare senza sbatterlo al carcere, soprattutto in un momento di disperato sovraffollamento che dovrebbe evitare ogni carcerazione non assolutamente necessaria” ha poi continuato l’avvocato.

Alemanno si è invece giustificato ammettendo di aver sbagliato ma di averlo fatto “per amore della politica“.

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