Alberto Trentini scomparso in Venezuela, interviene Tajani: la richiesta del ministro e la risposta su Maduro
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani rassicura sul caso di Alberto Trentini, il cooperante scomparso in Venezuela: "Nessuna vendetta di Maduro"
Da mesi non si hanno notizie di Alberto Trentini, il cooperante originario di Venezia arrestato in Venezuela. Per questo motivo la famiglia ha chiesto l’intervento del Governo. La Farnesina si è attivata e ha rassicurato i parenti del giovane: la sua detenzione non sarebbe dovuta a una rappresaglia di Nicolás Maduro Moros. Sul caso è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Abbiamo chiesto tutte le garanzie”.
- Antonio Tajani interviene sulla detenzione di Trentini
- La scomparsa di Alberto Trentini in Venezuela
- L'appello della famiglia
Antonio Tajani interviene sulla detenzione di Trentini
Antonio Tajani, raggiunto dai giornalisti all’Ambasciata Italiana della Santa Sede presso Palazzo Borromeo, ha aggiornato sui lavori della Farnesina sulla detenzione di Alberto Trentini in Venezuela.
Ai microfoni dell’Ansa ha detto: “Su Trentini stiamo lavorando, serve discrezione e responsabilità, senza clamore”. Poi ha assicurato di aver “chiesto tutte le garanzie al Venezuela, compresa la visita consolare“.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani interviene sulla scomparsa di Alberto Trentini: “Abbiamo chiesto tutte le garanzie al Venezuela, compresa la visita consolare”
Ancora, Tajani ricorda che la priorità è quella di “aiutare i concittadini” e ricorda di averlo “fatto con tutti, lo faremo anche in questo caso”.
Sui motivi della detenzione di Trentini, quindi, rassicura: “Non si tratta di una rappresaglia per il caso Maduro” e sottolinea che “non è il momento di fare polemiche”.
La scomparsa di Alberto Trentini in Venezuela
Il 15 novembre Alberto Trentini era in viaggio da Caracas a Guasdalito insieme a un autista della Ong francese Humanity e Inclusion, quando il mezzo è stato fermato da un posto di blocco. La ricostruzione arriva dalla famiglia tramite l’avvocata Alessandra Ballerini.
Nella nota della famiglia si legge che “pochi giorni dopo” Alberto Trentini sarebbe stato “trasferito a Caracas e, ad oggi, ci risulta ‘prigioniero’ in una struttura di detenzione“. Sempre secondo la lettera al cooperante non sarebbe stato reso noto il capo di imputazione.
L’appello della famiglia
Nella stessa lettera la famiglia di Alberto Trentini fa sapere che il congiunto “soffre di problemi di salute e non ha con sé le medicine né alcun genere di prima necessità”, per questo chiede al governo di attivarsi tempestivamente affinché il cooperante faccia presto ritorno a casa.
Amici e parenti di Trentini hanno inoltre aperto una petizione su Change.org per sollecitare l’intervento del governo Meloni. La madre Armanda, ascoltata dall’Ansa, ha raccontato la sua disperazione: “Non sento mio figlio da due mesi. Lui ora è ostaggio di quel Paese, ma è solo una pedina”.
Ancora: “Mio figlio era solito durante ogni sua missione mandarci un messaggio e la localizzazione del luogo in cui arrivava. Questa volta non abbiamo saputo niente“. Nell’appello la famiglia ha chiesto all’Italia “lo stesso impegno e dedizione recentemente dimostrati” per la liberazione di Cecilia Sala. Per questo Tajani, nel suo intervento, ha assicurato il suo impegno nell'”aiutare i concittadini”.