Al Pacino abbandonato dal padre Salvatore, la previsione sbagliata dalla madre sulla carriera del figlio
L'attore Al Pacino, cresciuto praticamente senza il padre Salvatore, ha raccontato la sua infanzia ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa: la previsione sbagliata della madre Rose Gelardi
Domenica 20 ottobre Al Pacino è intervenuto in collegamento a Che tempo che fa, ospite di Fabio Fazio. L’attore ha parlato della sua autobiografia in uscita, Sonny Boy, ma anche della sua infanzia e della sua carriera. Tra gli aneddoti più curiosi, quello della previsione sbagliata della madre sul suo percorso artistico.
- Al Pacino e il ricordo della sua infanzia
- La previsione della madre sulla carriera del figlio
- L'incontro con Marlon Brando
Al Pacino e il ricordo della sua infanzia
Alfredo James Pacino è nato il 25 aprile 1940 a East Harlem, un quartiere di Manhattan, a New York, dal matrimonio tra Salvatore Pacino e Rose Gelardi.
I genitori di Salvatore Pacino erano originari di San Fratello, in provincia di Messina.
Al Pacino durante la trasmissione Che tempo che fa, condotta sul Nove da Fabio Fazio
Quelli di Rose Gelardi, casalinga e madre di Al, erano invece originari di Corleone, in provincia di Palermo.
Salvatore Pacino e Rose Gelardi hanno divorziato quando il figlio Al aveva due anni: il padre del futuro attore scelse di abbandonarlo per trasferirsi a Covina, in California.
Ridotta in povertà, Rose Gelardi si trasferì col piccolo Al Pacino nel South Bronx, a casa dei nonni materni.
Ospite a Che tempo che fa, sul Nove, Al Pacino ha comunque ricordato con queste parole la sua infanzia: “Credo proprio di vederla a colori. Ho una specie di senso visivo immediato della mia infanzia, appena ne parlo con chiunque. Appena ne abbiamo parlato, con chi mi ha aiutato a scrivere questo libro [la sua autobiografia], mi è proprio venuto tutto in mente a colori. Specialmente gli anni della mia gioventù, è emerso tutto chiaramente. Magari mi dimentico di quello che succedeva ieri, ma mi ricordo perfettamente quello che è successo 70 anni fa”.
Da parte sua, Al Pacino è diventato padre per la quarta volta lo scorso maggio, a 83 anni.
La previsione della madre sulla carriera del figlio
E proprio quando Al Pacino era molto giovane, la madre si lasciò andare a una previsione pessimista sulla sua eventuale carriera.
Lo ha svelato lo stesso attore: “Ho iniziato molto giovane, sia in teatro sia al cinema, dopo aver visto tutti i film che mia mamma mi portava a vedere. Ho avuto degli ottimi insegnanti, in terza media la mia insegnante mi ha dato la Bibbia da leggere. Io non sapevo cosa stessi leggendo ma c’erano parole meravigliose, si parlava di amore… io cercavo di trasmettere questo amore, erano parole che mi soddisfacevano, mi facevano sentire vicino al mondo, ai sentimenti. Mi sono detto ‘ma che cosa strana, aver questo dono di dare poesia alle parole della Bibbia’. Naturalmente, non sapevo cosa stessi leggendo, cosa significasse, però avevo questa sensazione. La mia maestra se n’è accorta, mi ha incoraggiato: è andata nel mio appartamento nel South Bronx, ha parlato con mia nonna e le ha detto: ‘Questo ragazzino deve fare l’attore’. Noi eravamo troppo poveri e mia mamma disse ‘i poveri non diventano attori’. Quello è successo anni e anni fa, oggi credo che se hai talento, e il desiderio, ce la fai a diventare un attore. Devi desiderarlo fortemente. E lei [l’insegnante] è stata il mio incoraggiamento. Incoraggiare è la mia parola preferita. Lei ha convinto mia nonna e mia mamma che era un po’ riluttante, ma dopo un po’ ho fatto quello che volevo. Io volevo fare anche il giocatore di baseball, a dire la verità, ma purtroppo non ero molto bravo…”.
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L’incontro con Marlon Brando
Al Pacino ha anche parlato dell’incontro con Marlon Brando: “Era una persona sempre sensibilissima, era un artista meraviglioso e capiva sempre immediatamente le sensazioni degli altri e allora veniva, mi dava una pacca, mi coccolava un po’ e io capivo che era come se mi stesse dicendo ‘Non ti preoccupare, vedrai che starai qui e non ti licenziano’. Io ero un po’ confuso, non sapevo se mi avrebbero licenziato oppure no, e in quella situazione non ti senti proprio al meglio di te stesso. Marlon è stato davvero bravo. Anche Francis Ford Coppola, che era il regista di quel film, non voleva assolutamente che me ne andassi: i miei colleghi attori sono stati tutti meravigliosi. In quel periodo ero il più giovane degli attori, tutti mi hanno aiutato e anche Marlon. Gli sono molto grato”.