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Zucchero condannato per diffamazione: il cantautore dovrà risarcire un suo vecchio amico

Come stabilito dal giudice, il cantante di Roncocesi dovrà versare migliaia di euro a un ex amico per averlo diffamato nel suo libro autobiografico

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Simone Cadoni

GIORNALISTA

Giornalista, scrive di cronaca, politica e altre tematiche legate all’attualità.

Condannato per diffamazione. Zucchero, all’anagrafe Adelmo Fornaciari, dovrà risarcire i danni morali a un suo vecchio amico per averlo definito “poco di buono, donnaiolo e nullafacente”. Il colorato ritratto, racchiuso nelle pagine del libro autobiografico del cantante, è stato ritenuto lesivo della reputazione dell’uomo. Così il famoso cantautore, secondo quanto stabilito dal tribunale civile di Massa, gli dovrà versare migliaia di euro.

Zucchero e il risarcimento all’ex amico

A dare notizia della sentenza è stato il ‘Corriere Fiorentino’, che ha fornito anche i dettagli della vicenda. Tutto è partito dall’autobiografia pubblicata nel 2011 e intitolata ‘Il suono della Domenica’. Nel suo libro Zucchero ha ripercorso l’infanzia a Roncocesi, in Emilia Romagna, e l’ascesa verso il successo.

Numerose le persone presenti nel racconto, dai genitori alla nonna, passando per gli amici e i conoscenti in cui si è imbattuto nel corso degli anni. E tra queste c’è anche l’uomo, ormai ex amico, che lo ha portato davanti al giudice. Il modo in cui lo ha definito gli è costato carissimo: la cifra del risarcimento a seguito della condanna per diffamazione ammonta a 37mila euro.

Zucchero fotografato a margine della conferenza stampa di presentazione del suo disco di inediti ‘D.O.C’

Una lettura poco gradita

Come ricorda ‘Il Corriere Fiorentino’, il libro autobiografico del cantautore aveva fatto il giro del web, rimbalzando anche sulla stampa e in televisione. La figlia del vecchio amico definito “poco di buono, donnaiolo e nullafacente”, sapendo del comune passato tra i due, aveva deciso di regalarlo proprio al padre otto anni fa in occasione del Natale.

Poi l’amara sorpresa. Come spiegato dall’avvocato che ha assistito l’uomo e che ha presentato la denuncia, la lettura del romanzo “provocò sconforto e malessere” all’interno della famiglia.

La valutazione del giudice

Mentre per Zucchero quelle espressioni erano funzionali alla trama narrativa, il giudice le ha considerate “offensive” e non coerenti all’intreccio del racconto. E hanno per questo “compromesso le relazioni sociali e familiari della parte offesa, i cui rapporti con la coniuge si sono significativamente deteriorati”.

Stando alla sentenza sono “obiettivamente denigratorie a prescindere dal tono ironico e dal linguaggio colloquiale con il quale vengono riportate vicende narrate nel testo; tono che di per sé non vale a rendere inveritieri e o non credibili i fatti ed i giudizi descritti ed espressi”.

Fonte foto: ANSA

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