Zingaretti: "Sì al referendum". La direzione Pd approva
La direzione del Pd ha approvato la proposta del segretario Zingaretti per il sì al referendum sul taglio dei parlamentari
La direzione del Partito Democratico ha approvato la proposta del segretario Nicola Zingaretti per il sì al referendum costituzionale del 20 settembre. I voti favorevoli, riporta l’Ansa, sono stati 188, i contrari 18, gli astenuti 8 mentre in 11 non hanno partecipato al voto. Separatamente è stata votata la relazione di Zingaretti: 213 hanno votato a favore, uno si è astenuto e 6 non hanno preso parte al voto.
Un sì che rafforza i vincoli dell’alleanza con il Movimento Cinque Stelle, nella speranza che ora siano i pentastellati a compiere passi concreti verso le direzioni auspicate dai Dem, a partire dalle modifiche ai decreti Salvini, l’utilizzo delle risorse del Mes e il cammino delle riforme.
“Mentre propongo il Sì – ha detto Zingaretti nella sua relazione – dico che dobbiamo respingere le motivazioni banali che il taglio del numero dei parlamentari farebbe risparmiare soldi allo Stato. I risparmi sarebbero minimi e non costituiscono il motivo principale del nostro sì. Il motivo principale sta nel fatto che a questo atto possono seguire altre riforme”.
Sulla linea “riformista” di Zingaretti anche l’ex segretario Maurizio Martina, il ministro Dario Franceschini, l’area di Guerini-Lotti. Per il No si sono espressi tra gli altri Gianni Cuperlo, Luigi Zanda e Matteo Orfini. Il sì, è la loro tesi, è l’abbandono definitivo di una cultura riformista a favore della demagogia.
Il ministro Franceschini ha appoggiato Zingaretti in direzione: “Il Sì al referendum non è punto di arrivo, deve essere il punto di partenza per riforme più larghe costituzionali. Il referendum può essere la partenza di una seconda parte della legislatura che provi a completare un percorso di riforme costituzionali che vada oltre i confini della maggioranza, includendo anche le forze di opposizione”.