Zelensky apre a Putin: la rinuncia che potrebbe far riprendere i negoziati tra Russia e Ucraina
I negoziati tra Russia e Ucraina sono da tempo in stallo, ma ora dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky arriva una importante apertura
Una soluzione diplomatica alla guerra d’invasione dell’Ucraina scatenata dalla Russia sembra sempre più lontana, con i combattimenti che infuriano nel Donbass accompagnati dai raid aerei russi su tutto il paese. I negoziati tra Kiev e Mosca sono fermi da giorni e sembrano essere finiti su un binario morto. Nelle ultime ore però c’è da registrare una importante apertura da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che potrebbe riaccendere la speranza per una soluzione diplomatica del conflitto.
Zelensky apre alla Russia con la rinuncia alla Crimea
Intervenendo in videoconferenza alla Chatham House, think tank britannico con sede a Londra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto ad un primo, possibile compromesso con la Russia di Vladimir Putin.
Zelensky ha detto che l’Ucraina sarebbe disposta ad accettare un accordo di pace con la Russia se le forze di Putin si ritirassero “sulle posizioni del 23 febbraio”, cioè prima dell’inizio dell’invasione.
Sostanzialmente Kiev rinuncerebbe alla pretesa della restituzione della Crimea, annessa unilateralmente dai russi nel 2014.
La rinuncia che potrebbe far riprendere i negoziati di pace
L’apertura di Zelensky ad un compromesso che preveda la rinuncia ucraina alla Crimea potrebbe dare nuovo slancio ai negoziati tra Russia e Ucraina, finiti da tempo su un binario morto.
“Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati”, ha detto Zelensky, precisando però di ritenere che Putin non abbia alcuna intenzione di ricercare un accordo per la pace.
Da tempo Mosca e Kiev si accusano a vicenda di sabotare e rendere impossibili i negoziati. I tentativi di raggiungere un accordo, già abbastanza deboli, sono naufragati quando sono emerse le stragi di civili, le fosse comuni, i crimini di guerra commessi dai russi nei territori ucraini invasi e poi abbandonati in seguito alla ritirata da Kiev.
Gli ucraini sostengono che le atrocità russe contro i civili rendono impossibile qualsiasi prospettiva di concessioni territoriali o politica. Ora, per la prima volta da tempo, da parte ucraina si parla di un possibile compromesso che prevede la modifica dei confini del paese.
Zelensky, il futuro dell’Ucraina e il ruolo della Ue
Nel suo intervento il presidente Zelensky ha anche sottolineato di essere stato eletto presidente dell’Ucraina e “non di una mini-Ucraina“, spiegando che non può permettere che la popolazione ucraina venga ridotta di 11 milioni, considerando sia i territori finiti sotto il controllo russo che le migliaia di persone fuggite all’estero.
Zelensky ha poi spiegato di non essere interessato alla sconfitta di Vladimir Putin: “Non mi interessa dove finiscono i leader, ma quello che conta per me è la vittoria dell’Ucraina. La vittoria è per me non perdere 11 milioni di persone: sono 5 milioni quelli che hanno lasciato l’Ucraina”.
Lo scopo ultimo, ha precisato Zelensky, è quello di tornare ad una situazione economica pre-guerra, con l’Ucraina parte dell’Unione europea: “Questa è la volontà del popolo ucraino”.