Zaporizhzhia, allarme disastro nucleare: pioggia di razzi vicino alla centrale, spento uno dei reattori
In seguito a nuovi bombardamenti nei pressi della centrale di Zaporizhzhia è stato spento uno dei reattori: si teme il disastro nucleare
La paura di un disastro nucleare torna ad aleggiare nel sud dell’Ucraina. Con il passare dei giorni crescono sempre più i timori per la sicurezza dei reattori della più grande centrale d’Europa, situata a qualche chilometro di distanza da Zaporizhzhia, nel sito di Enerhodar.
Nelle ultime ore si sono intensificati i combattimenti intorno all’area, già colpita dai bombardamenti russi all’inizio del conflitto. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) è pronta a inviare una squadra per scongiurare l’eventuale tragedia.
- Il valore strategico della centrale di Zaporizhzhia
- Rischio disastro nucleare: cosa sta succedendo
- La decisione di Energoatom
- L'Aiea insiste per una missione di sicurezza
Il valore strategico della centrale di Zaporizhzhia
La centrale di Zaporizhzhia ha assunto fin dai primi giorni della guerra una grande importanza nel piano militare degli invasori dell’Ucraina.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia
Il territorio che circonda l’impianto è ormai finito per gran parte sotto il controllo dell’esercito di Mosca. Le forze russe hanno guadagnato un avamposto strategico per mantenere alta la tensione.
La centrale è infatti rimasta sempre attiva ed è fondamentale per il fabbisogno energetico dell’Ucraina. La delicata vicinanza alle truppe nemiche che presidiano la zona continua a generare intensi scontri nonostante l’alto livello di rischio.
Rischio disastro nucleare: cosa sta succedendo
Nella notte tra sabato 6 e domenica 7 agosto sugli insediamenti costieri tra Nikopol e Zaporizhzhia, lungo il fiume Dnipro, sono caduti circa 60 razzi di tipo Grad, di cui una quarantina sul villaggio di Marhanets. La centrale nucleare si trova a soli 10 chilometri dalla zona bombardata, sulla sponda meridionale.
Come riportato su Telegram da Yeven Yevtushenko, capo dell’amministrazione militare del distretto di Nikopol, l’attacco ha danneggiato case, edifici, condutture e reti elettriche. “Due persone sono rimaste ferite – ha precisato – una delle quali, un 64enne, è ricoverato in ospedale in gravi condizioni”.
L’area intorno alla centrale nucleare era stata colpita anche venerdì 5 agosto. Da Kiev e Mosca sono subito partite accuse incrociate sulla responsabilità degli attacchi presso il sito nucleare. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di servirsi della centrale per diffondere terrore.
La decisione di Energoatom
In seguito alla ripresa dei bombardamenti Energoatom, l’agenzia nucleare statale ucraina, ha comunicato di aver spento uno dei reattori della centrale di Zaporizhzhia per il “grave rischio sul sicuro funzionamento dell’impianto”.
Anche se il sito continua a produrre elettricità e il personale ucraino vi lavora ancora, sarebbe stata gravemente danneggiata una stazione di azoto e ossigeno.
A spaventare è stata la possibile fuoriuscita di sostanze radioattive e l’elevato rischio di incendio. Da qui la decisione di attivare il sistema di protezione di emergenza.
L’Aiea insiste per una missione di sicurezza
In seguito al nuovo lancio di razzi l’Aiea, sollecitata da Kiev, ha parlato dell’urgenza di recarsi a Zaporizhzhia, “proprio come è stato fatto a Chernobyl e nell’Ucraina meridionale all’inizio dell’anno”.
Attraverso un tweet il direttore generale Rafael Mariano Grossi ha annunciato la volontà di far partire “una missione di sicurezza, protezione e salvaguardia e di fornire l’assistenza indispensabile oltre che la valutazione imparziale di cui c’è bisogno”.
Grossi nei giorni scorsi si era già detto “estremamente preoccupato” per la delicata situazione intorno all’impianto e aveva evidenziato “il rischio molto reale di un disastro nucleare”.