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West Nile, Iss segnala il primo caso nell'uomo in Italia. Cos'è, i sintomi e i rischi

Primo caso confermato di infezione da West Nile Virus nell'uomo in Italia da giugno: cos'è, i sintomi della malattia e i rischi per gli esseri umani

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’Istituto Superiore di Sanità ha annunciato che, dall’inizio del mese di giugno (cioè da quando è iniziata la sorveglianza) alla data del 12 luglio 2022, in Italia, è stato segnalato un caso confermato di infezione da West Nile Virus (anche noto come WNV) nell’uomo.

Nello specifico, il caso di infezione da West Nile Virus si è manifestato nella forma neuro-invasiva in Veneto, nella Provincia di Padova. Nello stesso periodo non sono stati segnalati casi confermati di Usutu virus.

La segnalazione è arrivata con il nuovo bollettino periodico della sorveglianza integrata del West Nile e Usutu virus, curato dal Dipartimento di Malattie infettive dell’Iss e dal Centro studi malattie esotiche (Cesme) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “Giuseppe Caporale” (Izs Teramo), in collaborazione con la Direzione Generale della Prevenzione e con la Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute.

West Nile VirusFonte foto: iStock - RolfAasa
Il West Nile Virus è mantenuto in natura da un ciclo primario di trasmissione zanzara-uccello-zanzara. Il ciclo secondario coinvolge anche ospiti accidentali, come cavalli e esseri umani.

Cos’è la West Nile Disease

Come spiegato dal sito del ministero della Salute, la West Nile Disease (WND), o malattia di West Nile, è sostenuta da un virus a RNA singolo filamento appartenente alla famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, chiamato West Nile Virus (WNV). Il virus è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda dal sangue di una donna con sintomatologia febbrile, proveniente dal distretto di West Nile (da qui deriva il nome West Nile Disease). Attualmente il West Nile Virus è diffuso in Africa, Medio Oriente, Nord America, Asia Occidentale ed Europa, dove è stato segnalato a partire dal 1958.

Le specie colpite e le modalità di trasmissione

Il West Nile Virus è mantenuto in natura da un ciclo primario di trasmissione zanzara-uccello-zanzara (ciclo endemico). Il ciclo secondario (ciclo epidemico) si manifesta nel momento in cui le zanzare adulte (vettori ponte) sono capaci di trasmettere il virus a ospiti accidentali, come il cavallo e l’essere umano.

L’essere umano, gli equidi e altri mammiferi sono ritenuti ospiti accidentali a fondo cieco: in questi ospiti il WNV non raggiunge nel torrente circolatorio concentrazioni tali da infettare i vettori e, per questo motivo, il ciclo di trasmissione non riesce a perpetuarsi.

Per quanto riguarda l’essere umano, tuttavia, sono stati documentati altri mezzi di infezione (seppur molto più rari), come i trapianti di organo, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.

I sintomi della West Nile Disease nell’uomo

La maggior parte delle persone infettate con il West Nile Virus non sviluppa segni clinici.

Nelle aree endemiche la sintomatologia si evidenzia, nel 20% circa dei soggetti colpiti, con una sindrome simil-influenzale con un periodo di incubazione di circa 2-14 giorni e dai seguenti sintomi: febbre, mal di testa, mal di gola, dolorabilità muscolare e articolare, congiuntivite, rash cutanei generalmente sul tronco, sulle estremità e sulla testa, linfoadenopatia, anoressia, nausea, dolori addominali, diarrea e sindromi respiratorie.

Meno dell’1% presenta grave sintomatologia neurologica classificabile in 3 sindromi principali: meningite, encefalite, poliomielite (paralisi flaccida acuta).

La diagnosi della West Nile Disease

L’infezione da West Nile Disease, generalmente, decorre senza sintomi clinici apprezzabili, anche se in una piccola percentuale dei soggetti infetti può evocare una sintomatologia neurologica poco specifica. La diagnosi combina alla valutazione clinica specifici test di laboratorio.

La conferma della West Nile Disease può essere fatta direttamente, rilevando la presenza del WNV nel sangue o negli organi bersaglio, o indirettamente, tramite test sierologici per la ricerca di anticorpi specifici.

Per la diagnosi di laboratorio diretta, le tecniche sono:

  • tecniche di biologia molecolare (RT-PCR e PCR real time)
  • isolamento virale
  • immunofluorescenza
  • immunoistochimica

I test usati per la messa in evidenza di anticorpi specifici nei confronti del West Nile virus sono:

  • ELISA IgM
  • ELISA IgG
  • Sieroneutralizzazione virale
  • Test di riduzione del numero delle placche

Terapia e prevenzione

Al momento, non esiste un vaccino per proteggere l’essere umano dalla West Nile Disease, né esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi, invece, diviene necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Il metodo preventivo più efficace per tutelare l’essere umano dalla West Nile Disease consiste nell’evitare le punture di zanzara, attraverso l’uso di repellenti cutanei e soggiornando quanto più possibile in ambienti protetti da zanzariere e/o provvisti di diffusori di insetticidi a uso domestico.

Il ministero della Salute, inoltre, invita le persone a collaborare attivamente alle misure di controllo delle zanzare, impedendo che possano riprodursi.

West Nile Fonte foto: iStock - martinatobolova
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