Vittorio Boiocchi, il capo ultras dell'Inter è indagato per estorsione: 2 milioni a un imprenditore
Nuova svolta nelle indagini: sono state arrestate tre persone. Avrebbero tentato, insieme al leader della tifoseria, di sottrarre due milioni
Si arricchisce di nuovi risvolti l’indagine che vede protagonista Vittorio Boiocchi, capo ultras della curva dell’Inter, e altre tre persone di età compresa tra i 42 e i 63 anni.
I quattro sono accusati di estorsione: avrebbero chiesto 2 milioni di euro a un imprenditore. Non è il primo guaio di Boiocchi con la giustizia.
- Chi è Vittorio Boiocchi: allontanato dallo stadio San Siro dopo gli scontri in via Novara con gli ultas del Napoli
- Capo ultras dell'Inter: nel 2021 colto sul fatto con pettorina della guardia di finanza, coltello e pistola
- Accuse di estorsione ai danni di un imprenditore per il leader della Curva Nord del Meazza: nuova svolta
Chi è Vittorio Boiocchi: allontanato dallo stadio San Siro dopo gli scontri in via Novara con gli ultas del Napoli
Nel maggio di quest’anno ad esempio era arrivata un’altra tegola per Boiocchi: la Cassazione ha bocciato il ricorso del leader della Curva Nord dell’Inter confermando che dovrà rimanere, nei giorni in cui la squadra gioca al Meazza, a due chilometri dallo stadio di San Siro.
Questa misura sarebbe dovuta durate fino alla fine del 2023.
Il provvedimento è arrivato a metà del 2021, quando la questura ha richiesto, nei confronti di Vittorio Boiocchi, una misura di sorveglianza speciale per la durata di due anni e due mesi, con annesso divieto di avvicinamento a San Siro.
A dicembre 2018, gli scontri tra gli ultras dell’Inter e del Napoli, in via Novara, durante i quali perse la vita Daniele “Dede” Belardinelli. Scattarono gli arresti della digos e il provvedimento che ha colpito Boiocchi, una sorta di daspo sui generis per evitare che, in quanto leader della curva, Boiocchi permeasse di logiche criminali la tifoseria che si raccoglie sul secondo anello verde del Meazza.
Capo ultras dell’Inter: nel 2021 colto sul fatto con pettorina della guardia di finanza, coltello e pistola
In effetti, dei suoi 69 anni, Boiocchi, ne ha trascorsi 29 in galera: dopo essere tornato a piede libero, nel 2021 è stato colto sul fatto, e arrestato, dagli agenti della Squadra mobile.
Era stato trovato in possesso di una pettorina della guardia di finanza, un taser, una pistola non immatricolata con munizioni, un coltello e manette. L’attrezzatura, questo il sospetto delle forze dell’ordine, serviva per un’estorsione.
Coda allo stadio San Siro.
Accuse di estorsione ai danni di un imprenditore per il leader della Curva Nord del Meazza: nuova svolta
Boiocchi inoltre è indagato nell’inchiesta della Procura di Milano che ha portato all’arresto di tre persone. Si tratta di un 42enne, un 48enne e un 63enne. Sono accusati di tentata estorsione aggravata. Avrebbero chiesto due milioni di euro a un imprenditore.
L’imprenditore è titolare di una ditta che offre servizi di pulizie soprattutto negli appalti sanitari. “Tu devi fare quello che ti diciamo noi, altrimenti ti ammazziamo“, queste le minacce degli arrestati. E ancora: “Fai il bravo, conviene a tutti”.
I tentativi per estorcere denaro sarebbero stati 3, tutti avvenuti nel 2021 e precisamente a marzo, aprile e giugno. Uno degli arrestati rivendicava di aver fatto vincere alla ditta un appalto il Sicilia, da qui la richiesta di soldi.