Violenze sessuali durante i pigiama party della figlia di 12 anni
Imola è sotto shock, il 46enne finito in carcere avrebbe anche dato dei sonniferi alle bambine: è stato condannato a 6 anni e 4 mesi
Un uomo di 46 anni, residente a Imola, è stato condannato con rito abbreviato a 6 anni e 4 mesi per violenza sessuale: ha approfittato dei pigiama party organizzati dalla figlia 12enne con le sue amiche per costringere le bambine a prendere parte a quelli che definiva “brindisi dell’amicizia”. Nei bicchieri, però, l’uomo aggiungeva i sonniferi: una volta prive di sensi, le bimbe subivano violenze sessuali. La vicenda è stata ricostruita da Repubblica.
Abusi su bambine durante i pigiama party della figlia
Il padre, che durante l’indagine era già finito in custodia cautelare in carcere, è stato condannato a 6 anni e 4 mesi per violenza sessuale. Tra le aggravanti, l’aver agito nei confronti di minori sotto i 14 anni e l’aver usato “sostanze narcotiche ad effetto stupefacente”, vietate a persone minorenni.
Ogni famiglia delle sei vittime di violenza, difese dai legali Giovanna Capello e Lucia Donato, riceverà un risarcimento di 20 mila euro.
Le violenze sono avvenute tra la primavera e l’estate 2019: secondo i giudici l’uomo, vedovo, approfittava “delle occasioni nelle quali la figlia invitava compagne di classe e coetanee a trascorrere la notte” a casa loro.
Abusi durante i pigiama party, la denuncia delle bambine
L’indagine è scattata dopo che una bambina ha chiamato al cellulare la mamma per non passare la notte in quella casa.
Sono così partite le indagini della Questura, del commissariato di Imola, le audizioni protette, le consulenze genetiche e tossicologiche.
Un’altra 12enne, invece, ha raccontato di essersi svegliata di notte con lui accanto. L’uomo le ha poi promesso che “non lo avrebbe più fatto” e che “dopo quello che è successo non siamo più solo amici”.
L’uomo è difeso dagli avvocati Enrico Caliendo e Carlo Gandolfi Colleoni. Quest’ultimo ha commentato la sentenza: “Aspettiamo le motivazioni, il giudice si è preso un mese. Sono convinto che la vicenda sarà ridimensionata in appello, a bocce ferme. Alcune circostanze sono state enfatizzate”.