Violenza sessuale a Castellammare, la professoressa arrestata sorprende tutti nell'interrogatorio
La professoressa di una scuola di Castellammare di Stabia, in carcere per violenza sessuale su 7 alunni minorenni, ha negato tutte le accuse
Ha respinto qualsiasi accusa di atti sessuali ai danni dei suoi alunni, sottolineando di avere “la coscienza pulita”. Nelle tre ore di interrogatorio, la 37enne professoressa di una scuola di Castellammare di Stabia, in carcere da due giorni per le ipotesi di maltrattamenti, violenza sessuale e induzione a compiere atti sessuali su minorenni, ha negato tutto.
L’interrogatorio di garanzia
Secondo quanto riportato da Ansa, nel corso del lungo interrogatorio di garanzia di fronte alla giudice Luisa Crasta e al pm Bianca Maria, la professoressa ha risposto a tutte le domande, difendendosi in maniera decisa.
La docente di sostegno ha rifiutato qualsiasi accusa di comportamenti sessualizzanti che le viene contestata, nei confronti di sette alunni e alunne tra gli 11 e i 13 anni della scuola Catello Salvati, spiegando che le conversazioni al centro delle indagini riguarderebbero soltanto uno dei minorenni e sarebbero state estrapolate e decontestualizzate.
Carabinieri all’ingresso della scuola Catello Salvati di Castellammare di Stabia
L’arresto della professoressa
Spetta adesso al gip decidere se confermare la misura di custodia cautelare. La giudice aveva disposto il carcere in quanto gli arresti domiciliari non avrebbero impedito alla docente di continuare ad utilizzare le chat con gli studenti, dalle quali sarebbe emerso il quadro di una donna “schiava dei propri impulsi sessuali, disposta a tutto pur di soddisfarli, fino a esporsi al rischio di essere scoperta utilizzando internet per comunicare con gli alunni”, come scrive la magistrata.
Stando a quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, le indagini della procura di Torre Annunziata avrebbero permesso di recuperare 17mila foto nello smartphone dell’insegnate, per la maggior parte di contenuti pornografici.
Immagini che avrebbe condiviso con sette alunni e alunne in un’aula dell’istituto che tra loro chiamavano “la saletta”, dove avrebbe dovuto dare loro ripetizioni in gruppi di due o tre.
Lì, invece, la docente di sostegno avrebbe spinto gli studenti a intraprendere discorsi dai toni erotici e li avrebbe costretti a comportamenti sessualizzanti, sfociati in alcuni casi anche in abusi, come nel caso di un alunno obbligato a un rapporto orale.
Gli stessi contenuti a carattere sessuale sarebbero stati riproposti in una chat su Instagram, creata per rimanere in contatto con i minorenni dopo che l’aula era stata chiusa.
Un gruppo al quale gli alunni coinvolti non potevano sottrarsi se non volevano essere insultati, derisi, minacciati di bocciatura o perfino di essere arrestati, attraverso l’intervento di un fantomatico fidanzato appartenente alle forze dell’ordine.
La vicenda nella scuola di Castellammare
Le indagini sono partite dopo l’assalto a scuola da parte di un gruppo di genitori degli alunni, decisi ad aggredire l’insegnante per essere venuti a conoscenza dei presunti abusi.
La vicenda sarebbe esplosa a seguito della segnalazione da parte della professoressa su due alunni sorpresi in bagno con una sigaretta elettronica. I due furono sospesi e la sanzione disciplinare, portandoli a denunciare quanto succedeva nella “saletta”.