Vino di Bruno Vespa venduto sui treni Frecciarossa, il giornalista Rai risponde alle polemiche: "Così da anni"
Scoppia il caso del vino di Bruno Vespa venduto sui treni Frecciarossa, dopo la segnalazione di un lettore a Repubblica: la replica del giornalista Rai
Monta la polemica sulla vendita delle bottiglie del vino di Bruno Vespa sui treni Frecciarossa. Il caso è stato segnalato da un lettore su Repubblica, dando il via a un botta e risposta a distanza tra il giornalista Francesco Merlo e il conduttore di Porta a Porta, che respinge qualsiasi allusione a favori ricevuti per la sua vicinanza al Governo e alla premier Giorgia Meloni.
- La segnalazione sul vino di Bruno Vespa
- La risposta sulla vendita sui treni Frecciarossa
- La controreplica al giornalista Rai
La segnalazione sul vino di Bruno Vespa
A sollevare la questione un lettore di Macerata, che alla posta di Repubblica ha scritto così: “Giovedì sera sul Frecciarossa Milano-Ancona, alla carrozza bar, ho chiesto che vino avessero e mi hanno mostrato quattro mezze bottiglie diverse fra cui ‘Il Bruno’, primitivo del Salento dell’azienda di Bruno Vespa. Certo, deve essere proprio buono il vino vispo per venire selezionato, fra tanti possibili, nell’offerta del bar di Trenitalia”.
La segnalazione è stata pubblicata nella rubrica a cura di Francesco Merlo, il quale non si è lasciato sfuggire l’occasione di ironizzare sulla circostanza: “Sta forse insinuando che il vino di Bruno Vespa è ‘raccomandato’, come al tempo dei gerarchi vignaioli, quelli del vino ‘bello e bellicoso’? – ha scritto sarcastico il giornalista – Lungi da me il sospetto che anche le cantine delle Ferrovie siano “orientate” dal ministro dei Trasporti Salvini, dal Lollo del mangiare italiano… e dagli altri avventori di Porta a Porta”.
Bruno Vespa alla Camera durante la cerimonia commemorativa dei 100 anni dal discorso in cui Giacomo Matteotti denunciò in Parlamento le violenze fasciste
La risposta sulla vendita sui treni Frecciarossa
La replica di Bruno Vespa è arrivata sul sito di gossip Dagospia, che ha ripreso la vicenda: “Il vino che porta il mio nome compare sui Frecciarossa ogni tanto e a rotazione con decine di altre cantine dalla fine dello scorso decennio (quindi da molti governi fa) perché fu a suo tempo apprezzato da Elior, la società che cura il catering di questo tipo di treni” ha spiegato il conduttore Rai.
“E deve essere piuttosto apprezzato visto che venerdì scorso rientrando da Verona ho dovuto dividere con un amico l’ultima piccola bottiglia” ha aggiunto.
La controreplica al giornalista Rai
Una risposta che non ha convinto Francesco Merlo.
“Non so da quanto tempo e quante ‘piccole bottiglie’ abbia piazzato, ma cosa cambia? – ha scritto il giornalista di Repubblica sulla sua rubrica – È vero che Vespa non è stato inventato dal governo Meloni. Però, tra tutti, è il governo Meloni che ne fa un uso davvero intensivo, persino più dei governi Berlusconi. Vespa è l’intervistatore seriale di Giorgia Meloni in Rai. Il logo della masseria Li Reni Vespa, che produce anche quel vino venduto adesso sui treni di Stato, splendeva dietro Giorgia Meloni che, da lì, dove soggiornava con ben otto ministri, attaccava la politica di Elly Schlein”.
“I cantinieri responsabili delle Ferrovie sono sicuramente innocentissimissimi. Ma solo i più monelli e i più maligni potrebbero pensare che attorno al vino di Stato ci siano crediti da esigere, cambiali di gratitudine, posti riservati nelle puntate di Porta a Porta. Honni soit qui mal y pense” ha concluso Merlo.