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Viareggio, Cinzia Dal Pino ai domiciliari perché "potrebbe rifarlo": cosa non torna nella versione della donna

Resta ai domiciliari nella sua casa di Viareggio Cinzia Dal Pino, l'imprenditrice che ha investito l'uomo di origine magrebina che le aveva appena rubato la borsa

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Resta agli arresti domiciliari Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice 65enne che domenica 8 settembre alla Darsena di Viareggio ha ripetutamente investito e ucciso con il suo Suv il 47enne Said Malkoun, un senza fissa dimora magrebino che le aveva rubato la borsa. Secondo il gip di Lucca, Dal Pino “potrebbe rifarlo”.

Cinzia Dal Pino agli arresti domiciliari

Di fronte al giudice, l’imprenditrice ha sostenuto di non voler uccidere l’uomo ma di voler unicamente recuperare la propria borsa.

Dopo l’investimento la donna è tornata al ristorante per un restituire un ombrello preso in prestito. Pur essendo tornata in possesso dello smartphone, recuperato dopo l’investimento, Cinzia Dal Pino non ha chiamato l’ambulanza per chiedere soccorso per Malkoun.

L'arrivo di Cinzia Dal Pino nella sua abitazione a Viareggio, 11 settembre 2024Fonte foto: ANSA

L’arrivo di Cinzia Dal Pino nella sua abitazione a Viareggio, 11 settembre 2024.

Cosa non torna

Le dichiarazioni della donna appaiono in netto contrasto con il video ripreso da una telecamera di sorveglianza. Nelle immagini si vede il Suv investire l’uomo due volte, andando a marcia avanti e indietro, passando sul corpo inerme per un totale di quattro volte.

La donna ha dichiarato che Malkoun l’avesse minacciata brandendo un coltello, ma l’arma non è stata rinvenuta. Dal Pino ha inoltre sostenuto che le fosse impossibile avvertire il numero unico delle emergenze perché sprovvista di cellulare. Ma i fatti hanno dimostrato il contrario.

Il giudice ritiene che si sia trattato di un omicidio volontario e teme che Dal Pino possa reiterare il reato. Da qui la decisione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

La tesi della difesa

Come scrive Il Fatto Quotidiano, la difesa di Cinzia Dal Pino sarebbe orientata a puntare sull’omicidio preterintenzionale, fattispecie molto meno grave rispetto all’omicidio volontario.

Quando Said Malkoun è arrivato all’ospedale era già in arresto cardiaco. La procura ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima per chiarire quali lesioni gli siano state fatali.

Parla la sorella di Said Malkoun

“Temiamo che questo caso finisca nel dimenticatoio. Mio fratello era una persona comune, come tante. Abbiamo paura che proprio per questo non ci sia giustizia. Chiediamo l’intervento delle massime autorità marocchine, compreso il re, affinché vigilino sulla situazione”. È lo sfogo della sorella di Said Malkoun raccolto dall’emittente marocchina Chouf Tv.

“Mio fratello era in Italia da 24 anni. Era una persona conosciuta per essere rispettosa di tutti. Quella donna lo ha investito per quattro volte nonostante avesse visto le sue condizioni. È  andata via senza pietà, senza chiedere aiuto. Per favore, rispettate il nostro dolore, perché ci aspettavamo di vederlo vivo davanti a noi, ma oggi apprendiamo la notizia della sua uccisione in modo barbaro”, ha accusato la donna.

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Viareggio Cinzia Dal Pino Fonte foto: iStock/Facebook Guido Carpi
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