Vescovo vieta ai sacerdoti non vaccinati di dare l'eucarestia. Polemica nel casertano, insulti dai no vax
Monsignor Giacomo Cirulli ha inviato una circolare ai propri sacerdoti proibendo di esercitare il culto a chi non abbia ricevuto l'immunizzazione
Nelle ultime ore la figura di monsignor Giacomo Cirulli, vescovo delle diocesi di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo (provincia di Caserta), è salita agli onori della cronaca per una forte presa di posizione assunta dal prelato nei confronti dei parroci del suo territorio.
Monsignor Cirulli e la circolare diretta ai sacerdoti
Lo scorso 9 gennaio monsignor Giacomo Cirulli ha inviato una circolare a tutte le parrocchie delle sue due diocesi, scrivendo in maniera chiara e inequivocabile: “Proibisco la distribuzione dell’eucarestia da parte di sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati”.
Un messaggio forte e deciso che nel giro di pochi giorni ha trasformato le pagine social della Curia nel bersaglio delle critiche dei cittadini no vax. Che non si sono limitati a contestare la scelta del vescovo, ma hanno iniziato a rivolgere a Cirulli esplicite minacce di violenza, tanto da far partire un’indagine della Digos, che ha anche raccolto la testimonianza del presule.
Il precedente della diocesi di Salerno
Monsignor Giacomo Cirulli non è il primo prelato a disporre restrizioni nella distribuzione dell’eucarestia da parte di chi non è vaccinato. Sempre in Campania prima di lui lo aveva fatto anche l’arcivescovo di Salerno, Andrea Bellandi. Ma, nelle ultime settimane del 2021, la sua decisione era stata accolta semplicemente come uno dei tanti provvedimenti adottati per cercare di ridurre la diffusione del virus.
Il vescovo-medico che ha scelto la fede
Nonostante la pioggia di critiche che ha accompagnato la circolare del vescovo Cirulli, la sua figura appare come una delle più qualificate per dare una indicazione come quella contenuta nella nota inviata ai parroci. Questo perché monsignor Cirulli, pugliese di Cerignola, nato nel settembre del 1952, è anche medico chirurgo, laureatosi nel 1981 presso l’Università Federico II di Napoli.
Fu soltanto dopo aver completato il percorso universitario, intrapreso con l’obiettivo di svolgere poi la professione medica, che la sua vita cambiò strada, con l’ingresso all’Almo collegio Capranica di Roma e l’ordinazione a presbitero ottenuta circa un anno dopo la laurea.
L’amaro commento di Cirulli
Ma di fronte all’imprevista situazione in cui è venuto a trovarsi negli ultimi giorni, il vescovo casertano non ha insistito più di tanto su quel diploma universitario che, per quanto abbia poi scelto di non esercitare, gli dà pur sempre titolo per affrontare l’argomento Covid con maggiore cognizione di causa rispetto a tanti altri.
Commentando la vicenda in una intervista rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano Avvenire, monsignor Cirulli ha parlato di una “scelta di semplice buon senso, presa per difendere la salute dei fedeli vaccinati e anche quella dei sacerdoti non vaccinati”.