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Verme parassita Loa Loa nell'occhio di un paziente in Italia: quali sono i sintomi e quanto è pericoloso

Il verme parassita Loa Loa è stato individuato in Italia, precisamente nell'occhio di un paziente a Padova: quali sono i sintomi, quanto è pericoloso e come si cura. Intervista all'esperto

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Occhi arrossati e una sensazione insolita, come se qualcosa si muovesse” sotto la palpebra. È con questo fastidio che un uomo, di origine camerunense, ha scoperto di avere un verme parassita Loa Loa, poi rimosso con successo dal team di Oculistica dell’ospedale di Camposampiero, in collaborazione con l’Unità ospedaliera del Laboratorio di Analisi dell’Usl 6 della provincia di Padova. Un intervento che ha poi permesso alle due equipe di vincere il primo premio nell’ambito del 56° Congresso Nazionale SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica) – Medicina di Laboratorio, nella categoria Poster. Il caso ha suscitato preoccupazione a livello generale. L’intervista concessa da Luigi Marino, oculista presso la Casa di Cura la Madonnina e tra i soci fondatori dell’Associazione italiana medici oculisti, a Virgilio Notizie.

Il caso del verme parassita Loa Loa a Padova

Ad attirare l’attenzione sul verme Loa Loa è stato il caso di un cittadino originario del Camerun, che si era recato al pronto soccorso per un fastidio a un occhio.

Pensava potesse trattarsi di una comune infiammazione, come una congiuntivite, invece i medici hanno intuito che quel bruciore intenso potesse essere causato dal parassita.

verme loa loa sintomiFonte foto: 123RF

Così, hanno proceduto alla rimozione con un intervento chirurgico, eseguito dal team guidato dal dottor Marco Tavolato.

Cos’è la loiasi e come si cura

Il verme in questione è il responsabile della cosiddetta loiasi, un’infezione da nematode filariale da Loa loa.

Solitamente si presenta sotto forma di edema localizzato (edema del Calabar) nella pelle, ma può migrare anche agli occhi, come accaduto nel caso di Padova.

Per la diagnosi, oltreché alla visione (il verme può essere individuato con l’osservazione attenta), si procede con un esame del sangue che permette di verificare la presenza delle microfilarie.

La terapia è solitamente a base di un antiparassitario (dietilcarbamazina).

L’intervista a Luigi Marino

Cos’è la loiasi, di cui era affetto l’uomo operato a Padova?

“La loiasi è trasmessa da un parassita (il verme Loa Loa). Le femmine sono lunghe da 40 a 70 mm e i maschi sono lunghi da 30 a 34 mm. La malattia è limitata alla zona delle foreste pluviali dell’Africa occidentale e centrale. L’uomo è l’unico serbatoio naturale conosciuto di questo parassita. A me è capitato di osservarne alcuni casi limitati, 6 o 7, quando ero in Somalia e Mozambico”.

Come si trasmette?

“Le microfilarie, ossia le larve, del Loa loa sono trasmesse da mosche del genere dei tabanidi che si nutrono durante il giorno. Maturano in vermi adulti nei tessuti sottocutanei dell’uomo. Le forme adulte migrano nei tessuti sottocutanei e, dal momento che le larve sono molto piccole, possono entrare nel sangue e da lì arrivare sotto la congiuntiva dell’occhio”.

C’è il rischio, quindi, che possa diffondersi anche in Italia?

“Direi di no, perché il vettore – cioè il verme e le sue larve – non sono umani. È più facile infettarsi, invece, nelle zone endemiche, come quella etiopica, soprattutto se si cammina a piedi nubi. Si può venire in contatto con il verme e questo, tramite le larve, può dar luogo all’infezione”.

Come ci si accorge della malattia, quali sono i sintomi?

“La maggior parte delle persone infette è asintomatica. L’infestazione può dar luogo a un angioedema (edema di Calabar), che si sviluppa in qualsiasi area dell’organismo, ma prevalentemente alle estremità, come i piedi. Come spiegano i manuali, si presume che siano dovute a reazioni di ipersensibilità verso gli allergeni rilasciati dai vermi adulti che migrano”.

Come evolve la loiasi?

“Negli abitanti delle zone endemiche l’edema dura in genere solo 1-3 giorni, ma è più frequente e grave nei turisti. Il vero rischio è che i vermi possano migrare anche nella zona sotto-congiuntivale attraverso gli occhi, creando disturbi, anche se un danno oculare residuo è raro”

Ci sono altre potenziali conseguenze più serie?

“Sì, nel caso in cui le larve possano arrivare alla zona cerebrale. Il problema è che possono dare cisti, che continuano a crescere. In questo caso, proprio come per i tumori di tipo cerebrale, possono portare a nausea e vomito, oltreché a problemi più seri dovuti alla compressione endocranica”.

Per la diagnosi occorre un esame del sangue?

“Occasionalmente la diagnosi di loiasi è confermata anche all’osservazione, perché si vede un verme adulto che migra sotto la congiuntiva, o identificando un verme dopo che è stato rimosso dall’occhio o dalla pelle. Ma la diagnosi consiste proprio nel riscontro di microfilarie nel sangue periferico”.

Nel caso dell’uomo affetto da loiasi in Veneto, il verme è stato rimosso chirurgicamente. Quali sono le cure per queste forme di filaria?

“Trattandosi di un parassita, il trattamento prevede la somministrazione di un antiparassitario, in genere la dietilcarbamazina. Negli Stati Uniti, è disponibile solo presso i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Per questo le indicazioni sono cercare l’assistenza di un esperto, per misurare il numero di microfilarie e determinare la gravità dell’infezione, chiedendo il parere di un esperto prima di iniziare il trattamento”.

verme-loa-loa-parassita Fonte foto: 123RF
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