Vendita di armi alla Colombia, Giorgio Mulè risponde alle parole di D'Alema: "Dice il falso". La vicenda
Il sottosegretario al ministero della Difesa risponde alle affermazioni dell'ex premier rilasciate nei giorni scorsi al Corriere della Sera
“Non ho mai detto a nessun interlocutore di andare avanti nella trattativa sulla vendita di armi alla Colombia“. Con queste parole rilasciate al Corriere della Sera, il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè (parlamentare di Forza Italia ed ex direttore del settimanale Panorama) smentisce le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa proprio al quotidiano di via Solferino da Massimo D’Alema.
Armi alla Colombia, parla il sottosegretario alla Difesa
Il nome del deputato forzita e componente del Governo era uscito durante un’intervista in cui l’ex premier (a Palazzo Chigi dall’ottobre del 1998 all’aprile del 2000) si era giustificato sulla mediazione effettuata per la vendita di quattro corvette Fcx30, due sottomarini classe Trachinus prodotti dall’azienda Fincantieri e una flotta di aerei M346 (realizzati dall’altra partecipata statale del settore, Leonardo) alla Colombia.
Mulè nega di essere stato a conoscenza della trattativa – come invece affermato da D’Alema – e aggiunge: “L’imprenditore Giancarlo Mazzotta mi chiese di incontrare D’Alema e io risposi che non avrei incontrato nessuno senza aver contezza da Leonardo del ruolo che eventualmente rivestivano, essendo questa iniziativa in palese contrasto con l’attività di rapporti diretti tra governi“.
Armi alla Colombia, il ruolo di Fincantieri
Prosegue il sottosegretario: “Chiesi al direttore generale di Leonardo (Alessandro Profumo, già presidente di Monte dei Paschi di Siena e ad di Unicredit, ndr) se e quale ruolo rivestiva Massimo D’Alema nella vicenda, essendo in totale contrasto con le iniziative istituzionali sollecitate dagli stessi vertici della partecipata”.
Attualmente al ministero della Difesa, Giorgio Mulè racconta che successivamente “mi arrivarono ripetuti inviti a parlare o incontrare D’Alema che continuai a rifiutare” e rilancia la propria posizione con una domanda: “Dunque, se avessi detto di andare avanti, perché subito dopo avrei sollecitato l’ambasciatrice di Colombia di assicurarsi con il suo ministro della Difesa di escludere qualsiasi mediazione non istituzionale?”.
L’attacco russo a Guerini e gli screzi sulla spesa militare
“La verità testimoniata da questi fatti – conclude il sottosegretario del ministro Lorenzo Guerini, ultimamente finito sotto un violento attacco da parte della Russia – è che i miei comportamenti sono stati improntati non all’andate avanti, ma all’indietro tutta“. La vicenda si inserisce all’interno del forte dibattito sull’aumento della spesa militare che sta spaccando il Governo di Mario Draghi.
Resta aggiornato sulle ultime news dall’Italia e dal mondo: segui Virgilio Notizie su Twitter.