Variante Delta, rischio nuova ondata: lo studio riservato del governo
Una relazione stilata dagli esperti e nelle mani del governo stimerebbe i numeri dei contagi di una nuova ondata in autunno
L’arrivo di una quarta ondata di contagi in autunno è possibile. La variante Delta del coronavirus comincia a spingere con maggiore forza l’aumento dei casi in tutta Europa e gli esperti, preoccupati che possa correre tra i non vaccinati, avrebbero cominciato a tracciare delle previsioni per il termine dell’estate, per permettere all’esecutivo di parare il colpo in tempo. Per questo, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, nelle mani del governo ci sarebbe uno studio riservato nel quale gli scienziati avrebbero stimato un aumento dei contagi da qui a fine agosto.
Con i reparti ormai svuotati dai casi di Covid-19, l’ultimo monitoraggio dell’Iss valuta la situazione epidemiologica in Italia non critica, ma la curva dei casi ha interrotto la sua discesa e l’inversione di tendenza sarebbe accertata in alcune zone del Paese.
Lo dimostrerebbe il fatto che l’indice Rt a 0,66, anche se sotto il limite di 1, sarebbe in lieve aumento rispetto alle scorse settimane e anche l’incidenza in diverse regioni sta tornando ad avvicinarsi alla soglia di 50 casi su 100mila abitanti, oltre la quale scatta la fascia di rischio e dal colore bianco si torna al giallo.
Secondo quanto riporta Repubblica, nel giro di due settimane potrebbero essere nella condizioni di tornare a misure di prevenzione più restrittive la Sicilia con un’incidenza attuale di 21 su 100mila abitanti, la Campania a 19, l’Abruzzo a 16,6 e le Marche a 15,3.
Gli esperti guardano all’evoluzione della pandemia negli altri Paesi paesi e temono in una nuova ondata per la diffusione della variante Delta tra i non immunizzati, che pur non avendo lo stesso effetto delle precedenti grazie alla copertura vaccinale di buona parte della popolazione, farebbe comunque tornare l’emergenza sanitaria nel nostro Paese.
Lo studio in possesso del governo ipotizza una crescita di 3mila positivi entro fine luglio fino a raggiungere tra gli 8mila e 11mila contagi a fine agosto.
Per questo nella relazione si evidenzia la necessità di tornare ora più che mai a un livello più alto di tracciamento. Gli esperti sottolineano invece “un continuo calo dei tamponi che porta al ribasso i nuovi positivi individuati” a fronte di “un incremento di nuovi casi pari al 13% nonostante il progredire della campagna vaccinale“. Per non sottovalutare “il rialzo che avverrà nelle prossime settimane” si dovrebbe tornare quindi ad almeno 200 mila test quotidiani.